| Capitolo 5
Il medico entrò in stanza e comunicò a Renzo e Camilla che, dato che si era rimessa in sesto molto presto, l’avrebbero dimessa il giorno seguente. Ovviamente non potrà andare subito a lavoro, almeno una settimana di riposo, ma il fatto di farla a casa piuttosto che in ospedale era tutta un’altra cosa. Più relax, più libertà. In commissariato intanto le indagini proseguono, e scoprono che questo Antonio Rubini è il nipote di Franco Tiva, uno dei proprietari dell’M24. Lui insiste a dire che quel pomeriggio era a casa da solo, ovviamente non è un alibi attendibile, nessuno può testimoniare che fosse veramente a casa. Poi, contattato il nonno, sono riusciti ad avere l’arma e a mandarla ad analizzare. Le analisi confermano che quell’arma è stata usata da poco, e che le striature che la canna lascia sul bossolo coincidono con quelle di quell’arma. Il ragazzo, messo sotto torchio, alla fine confessa che è stato lui a sparare. Era troppo geloso di Silvia, e aveva scoperto che voleva denunciarlo. Lui voleva ucciderla prima che entrasse in commissariato, ma era arrivato troppo tardi, allora decise di aspettare che uscisse per sparargli. Però non essendo un professionista del crimine, da quando la vide uscire e realizzare che fosse lei, passarono quei pochi secondi per far si che si spostasse ed uscisse Camilla. Quando il ragazzo vide che aveva preso la prof invece che Silvia preso dal panico mise via tutto e scappò. Gaetano arrestò Antonio per tentato omicidio. Non appena il suo ufficio si liberò prese il cellulare e chiamò Camilla per darle la buona notizia. Fortunatamente era da sola, le disse solo che avevano preso quello che le aveva sparato, per i dettagli voleva vederla di persona, e partì subito verso l’ospedale. Arrivato li le raccontò tutto quello che avevano scoperto. – ah, ecco perché era di fretta allora, e perché aveva quell’aria sconvolta! – disse a Gaetano – eh si, peccato che abbia preso te, amore mio – le rispose – sai, domani mi mandano a casa! E in più ho pensato molto, dato che non c’è altro da fare qui, e…. adesso pensare di parlare con Renzo mi fa quasi paura. Povero è rimasto qui tutti i giorni, sarà una pugnalata al cuore – Gaetano, con sguardo perplesso, le dice – non avrai mica cambiato idea? Non vorrai mica tornare indietro? – – ma no amore mio, è solo che devo riuscire a trovare il momento giusto! Pensa che prima mi ha chiesto perché fossi da te in commissariato, e ho dovuto inventare una scusa – gli disse Camilla – Beh, speriamo ti abbia creduto! Tranquilla, il momento arriverà, non preoccuparti, ho aspettato 10 anni qualche tempo in più non cambierà nulla – E, guardandosi dritti negli occhi si diedero un dolcissimo e delicatissimo bacio e poi si salutarono. Gaetano non voleva strafare considerato il luogo e soprattutto il fatto che Camilla di fosse da poco rimessa! La mattina seguente Renzo andò in ospedale per portare a casa Camilla. Lei non aspettava altro. Non ne poteva più di stare in ospedale, in più con poche possibilità di vedere Gaetano, dato che Renzo era quasi sempre li. Gaetano invece si era preso qualche giorno di ferie. Tutto quello che era successo l’aveva davvero sfinito, in più c’era Torre a rompere per farlo stare a casa! Era felice di poter stare a casa, così avrebbe visto quando sarebbe tornata Camilla, e magari quando sarebbe stata da sola. Aspettava trepidante il momento in cui lei avesse parlato con il marito, anche se sapeva benissimo che la cosa non sarebbe stata facile, e gli dispiaceva che sarebbe stata da sola ad affrontare il tutto. Quando Camilla entrò a casa si sentì immensamente felice. Il fatto di essere a casa sua era una cosa che non aveva prezzo. Non riuscì nemmeno a mettere un piede dentro che Potty e Livietta gli erano già corsi incontro. Potty non la vedeva da troppi giorni ed era troppo felice! Finito di coccolare Potty si tolse finalmente le scarpe e si incamminò verso camera sua. Si sentiva un po’ fiacca e voleva mettersi tranquilla a letto con Potty e un bel libro, in più dal letto riusciva a intravvedere la finestra di Gaetano. Renzo la salutò per andare a lavoro e Livietta per uscire con Greg. Non appena uscirono Camilla prese il telefono per chiamare Gaetano. – Camilla! Che succede? – – Ciao Gaetano. Niente, volevo avvisarti che sono tornata a casa – – Oh, bene. Posso venirti a trovare? – – Ovvio! – Dopo nemmeno 5 minuti il campanello suonò. Una volta dentro si abbracciarono, un abbraccio interminabile che diceva tutto. Uno di quei abbracci silenziosi e potenti che parlano meglio delle parole. Le era mancata troppo. Gaetano con il viso immerso sul collo che si inebriava del profumo di Camilla, non avrebbe mai voluto staccarsi da quel paradiso. Era un profumo che lo faceva stare bene, delizioso e che gli creava dipendenza. Anche Camilla era all’altezza del suo collo, inebriata anche lei dal suo profumo. Rimasero così per un tempo che non seppero nemmeno quantificare. Camilla ad un certo punto le diede un piccolo e delicato bacio sul collo, e Gaetano rabbrividì sotto il tocco delle sue labbra. – Ho avuto paura di non poterti più riabbracciare. Quando ti ho visto a terra con tutto quel sangue il mio cervello non ha più ragionato…e il mio cuore ha smesso di battere – le disse Camilla lo strinse ancora più forte, non voleva lasciarlo più, avvolta dalle sue braccia si sentiva al sicuro, protetta e amata come non le era mai successo. Si staccarono e andarono in salotto. Si coccolarono come due adolescenti innamorati. – Ti ricordi qui? Stavo tentando di baciarti, e per l’ennesima volta non ebbi fortuna – Camilla le accarezzò il viso con il suo solito dolce sorriso. Non si accorsero che ormai si era fatto tardi, e che Renzo stava tornando. Se ne resero conto solo quando sentirono la chiave entrare nella serratura e scattare. Riuscirono a ricomporsi giusto in tempo per vedere Renzo entrare. – Sono to……rnato! – disse, ma si bloccò quando li vide in divano.
Capitolo 6
– Buongiorno Renzo! – disse subito con nonchalance Gaetano, sperando di non destare sospetti – ero passato a vedere come stava Camilla – – eh, beh... hai visto che sta bene quindi….. – – si si, me ne stavo andando – E si incamminò verso la porta, quando fu dietro a Renzo e non poteva vederlo, prima di chiudere la porta, fece il cenno che si sarebbero sentiti via telefono a Camilla. – Ciao tesoro! – gli disse Camilla – Sempre qui il poliziotto-super-più! – – Ma dai! Anzi è stato gentile a passare per sapere come stavo – – No, gentile un corno! Ogni volta che mi giro spunta lui, è sempre in mezzo ai piedi! E se non è qui sei tu ad andare da lui – – Renzo, non iniziare – – Ho già iniziato! Non ne posso più, non lo voglio più vedere!! Non voglio più sentire quello che sento ogni volta che vi vedo insieme! Bisogna che traslochiamo, ce ne torniamo a Roma, basta! – – Stai scherzando?? Come torniamo a Roma??? – – Si, non voglio più averlo intorno! – le risponde Renzo con un tono di voce ormai troppo alto – Renzo, non possiamo, Livietta ormai si è fatta dei nuovi amici. Se lo facessimo ci ucciderebbe subito – gli dice Camilla tentando di essere più tranquilla possibile. – Non importa! Te lo ripeto, non lo voglio più vedere!! – Camilla sente che forse il fatidico momento è arrivato, anche se non le piace che sia adesso. È furiosa, sono entrambi talmente presi da non accorgersi che Livietta è tornata a casa, e che, dopo aver visto un pezzo della scena sia andata a chiudersi in camera. Camilla scoppia. – E io cosa dovrei dire? – – Come cosa dovresti dire?? Mi pare che tu sia particolarmente felice della sua presenza! – le dice Renzo, ormai tutti e due con toni decisamente per nulla tranquilli. – Si, io cosa dovrei dire?? Tu con la tua Carmen?? Non dicevi altro che avevi bisogno di lei. E quando ti ho consigliato di chiamarla non hai aspettato che te lo ripetessi due volte! – – E allora? Io ho bisogno di lei per lavoro – – Dai Renzo, non continuare a mentirmi e mentirti. Tu hai bisogno di lei, in tutti i sensi – – Smettila di girare la frittata con me e Carmen. Vi ho visto sul divano! – – E cosa hai visto?? Due persone sedute tranquille che parlavano – gli risponde Camilla “si, tranquille che parlavano….adesso di chiama così?” pensa, e aggiunge – In più non la smetto, è evidente quello che provate voi due. Ti pare che se non fosse innamorata sarebbe volata subito qui da te? – – Camilla! Smettila! – – No, adesso non la smetto. Sono stufa di fingere. Me ne sono accorta troppo tardi, lo so, ma io non ti amo più Renzo. Ho tentato di aggiustare una cosa che non si riesce ad aggiustare – – Ma cosa stai dicendo?? Sei impazzita? – – Non sono impazzita Renzo, quando abbiamo deciso di riprovare pensavo fosse la cosa migliore da fare. Io ti volevo bene, e per il bene di Livietta decisi di tentare…sbagliando però! Poi quando abbiamo deciso di cambiare città speravo che tutto andasse meglio. Nuova città, nuova vita. Cancellando dalla vista i vari ricordi e ricominciando da capo, e invece.. – – E invece i ricordi sono ricomparsi in carne ed ossa qui a Torino, giusto? – – Giusto! Ho capito che quello che provo per lui non è soltanto amicizia – – Ah bene! Quindi sei innamorata di lui??? E il nostro patto di solidarietà amorosa era tutta una farsa?? Giusto per nasconderti dietro a quello e far si che io mi fidassi completamente di te? – – No Renzo. Non era una farsa, sappi che io, IO, non ti ho mai tradito. Anche se provo qualcosa per lui non ho mai, e dico MAI, fatto qualcosa alle tue spalle. Ci sarebbero stati tantissimi momenti per poter cadere in errore, ma li ho sempre bloccati o respinti – – Oh, ma che brava, sai anche trattenerti!!! – – Non permetterti di fare questa scenata! Non dopo quello che è successo a Barcellona, quello che hai fatto e ci hai fatto a Barcellona! Abbandonandoci in una città che non conoscevamo per scappare con la tua spagnola. E poi chissà cosa sia veramente successo a Parigi!! – Restano tutti e due qualche attimo in silenzio. Immersi tra i loro pensieri. Renzo pensa che effettivamente Camilla abbia ragione, lui gliel’aveva combinata grossa quella volta, e, mettendo in paragone lui e lei quello più in colpa era proprio lui. – Quindi vuoi dirmi che è completamente finita? – le chiede Renzo – Si! Beh, diciamo che non è mai ricominciata, anche se ho tentato di tutto per convincermi del contrario – – Beh, se le cose stanno così non posso far nulla – e con questo Renzo prende il giubbotto ed esce, sbattendo la porta.
Capitolo 7
Camilla crollò sul divano, nonostante fosse la cosa giusta da fare si sentiva un po’ in colpa, dopo tutto quello che aveva passato da poco Renzo. Le lacrime iniziarono a scendere. Mentre era sul divano in silenzio sentì dei rumori provenire dalla camera di Livietta. Le si gelò il sangue, si alzò e andò fino alla porta, per scoprire quello che aveva temuto, Livietta era a casa. Ma quando era tornata??? “Oddio, mentre discutevamo! Eravamo troppo presi e non ce ne siamo accorti. Sarà successo sicuramente così” pensò. Provò a bussare ma non ricevette risposta, allora provò ad aprire la porta che fortunatamente era aperta. La trovò sul letto con le cuffiette. – Livietta, tesoro? – Livietta la guardò con uno sguardo strano e si tolse le cuffiette. – Scusami amore per quello che hai visto e sentito, non volevo succedesse così, volevo parlartene con calma – – Non è stata tra le cose migliori – le risponde Livietta – Scusami, mi dispiace tanto. Voglio spiegarti – – Non serve mamma, l’avevo capito che Gaetano ti piaceva, non sono mica cieca!! – – Come l’avevi capito? – – Si, vedevo come cambiavi, e cambi, in sua presenza. Me ne ero accorta ancora tempo fa, quando venivi a prendermi a scuola e c’era anche Nino e Gaetano….però adesso vedi di essere coerente con te stessa – – Per quello non c’è problema. Ma sicura che non vuoi una spiegazione? So che la cosa è difficile da accettare – – No mamma, non è difficile da accettare. È che tutte queste cose messe insieme sono un po’ dure da mandare giù. Te che ti sparano e sei ad un passo dalla morte, poi torni a casa e molli papà, e io qui a subire tutta la tempesta – – Scusami Livietta, perdonami. Anche con papà avrei voluto parlare con calma, ma è successo tutto all’improvviso. Voglio ancora bene a papà, ma non basta, non riesco a fingere di amarlo – – Mamma, tranquilla, questo lo capisco, mi sta bene che tu abbia deciso di fare la cosa giusta. Ormai sono grande, queste cose le capisco. Basta che tu sia felice. Ti voglio bene – Camilla con le lacrime agli occhi l’abbracciò forte forte. È felice di poter contare su sua figlia, che è sempre stata dalla sua parte. – Che ne dici se stasera stiamo a casa, ci facciamo una serata tra donne, pizza, gelato…. – le chiede Camilla – Ehm….stasera dovrei uscire con Greg – – Ah, ok. Tranquilla, divertiti.... ti dispiace se esco anch’io? – le chiede – No no! Vai tranquilla mamma – e le stampa un bacio sulla guancia – Grazie amore, ti voglio bene – e si abbracciarono. Camilla si avviò verso il bagno per darsi una sistemata. Voleva assolutamente andare da Gaetano e dirgli tutto. Voleva togliersi quel peso. Dopo circa mezz’oretta era pronta per uscire. Si incamminò verso la porta e prima di aprirla salutò Livietta che le rispose dicendo – Ciao!!! Ah, mamma……salutami Gaetano – – Sarà fatto – e uscì di casa con un sorriso raggiante. Riuscì a malapena a suonare il campanello che Gaetano aprì subito la porta. Camilla entrò e non appena Gaetano vide i suoi occhi capì che era successo qualcosa, e prima che facesse domande Camilla disse – Ho parlato con Renzo – – Ah! – Gaetano non si aspettava che succedesse così in fretta – e Livietta? – – Non ce ne siamo accorti ma ha sentito tutta la discussione, poi quando Renzo è uscito ho sentito che era in camera e sono corsa a parlarle. Ha capito subito….. ti saluta! – Risero. – Tommy? – chiese Camilla – Tommy non c’è fino a domani – – Ah, è già tornata Eva? – – No, è da un amichetto per un pigiama party! – – Aaaaaah! – gli risponde Camilla con uno sguardo un po’ malizioso Gaetano la guardò tutta, prese con dolcezza il suo viso tra le mani e guardandola negli occhi le disse – Ti amo Camilla – si avvicinò con calma e la baciò. Non poteva ancora crederci al fatto che finalmente fosse tutta sua! – Vieni, ti offro un Vermouth – le disse Gaetano accompagnandola ad accomodarsi sul divano. Preparò il Vermouth e andò a sedersi di fianco. – Allora, come è andata? – – Beh…con Renzo è stata dura. È partito tutto subito dopo che te ne sei andato. È sempre stato geloso di te e vederci sul divano dev’essere stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso – – Dai, sfogati – le disse Gaetano, vedendola che aveva voglia di liberarsi – Beh, ha iniziato a dirmi che non voleva più vederti, che sta male ogni volta che ci vede insieme e che dovevamo traslocare subito e tornare a Roma. Io li sono scoppiata e gli ho ricordato della sua cara Carmen, e del fatto che non ci abbia pensato due volte a chiamarla subito. Lui si è arrabbiato perché diceva che stavo rigirando la frittata finché ho confessato di non amarlo più e di amare te – Una scarica elettrica trapassò il corpo di Gaetano. Sentire per l’ennesima volta la confessione dell’amore che provava Camilla per lui lo faceva sussultare ogni volta. – E adesso Renzo? – – Boh, ha preso e se n’è andato. Non so, si farà un giro per sbollentarsi e poi passerà per casa a prendere le sue cose, suppongo – – Mi dispiace Camilla che tu abbia dovuto affrontare subito la questione. Sei appena stata dimessa, non era il momento migliore – – No, non era il momento migliore, ma le cose sono successe da sole, ormai era inutile tentare di negare, di tranquillizzare la situazione per poi chissà, magari riaccenderla il giorno seguente – – Si, hai ragione. Adesso come stai? – – Mi sento più leggera. Finalmente mi sono liberata di questo peso che avevo dentro, e Livietta mi ha aiutato capendo subito la situazione. Lei mi ha proprio sorpreso, credevo mettesse il muso e si chiudesse subito in camera per non parlarmi più almeno per un anno… e invece ha capito, ovviamente mi ha detto che è difficile da mandare giù, ma ha capito – – Bene, sono felice. Ormai è grande e abbastanza matura per poter capire certe cose – – Mi ha detto che aveva capito che provassi qualcosa per te già da quando tu tenevi Nino. Che mi vedeva, e mi vede, diversa quando sono con te – Restarono a guardarsi per un attimo e Camilla lo accarezzò sul viso con il suo solito sorriso. Questo gesto semplice che fa scatena in Gaetano delle fortissime emozioni. Non capisce come sia possibile che una semplice carezza e un semplice sorriso gli faccia quell’effetto. È una cosa talmente dolce che lui si lascia andare al suo tocco, inclina la testa verso la mano e chiude gli occhi. Camilla sorride a quella scena, vede che lui è come inebriato dal suo gesto, che le fa capire ancora di più quanto lo ama, e quando lui la ami. Gaetano riaprì gli occhi, la vide li, con ancora quel suo meraviglioso sorriso e non resistette. Le prese la mano, intrecciò le sue dita con quelle di lei, e piano piano si avvicinò al suo viso. – Camilla…..non mi stancherò mai di dirtelo….. Ti amo – con la mano libera le accarezzò il viso, accarezzò le sue labbra con il pollice, erano meravigliose, scese sul collo per poi tornare sul suo viso, si avvicinò lentamente e non appena le loro labbra si toccarono restarono per un secondo come paralizzati. È il primo vero bacio da “liberi” ed è come se con quel tocco si accendesse una miccia. Come per un fuoco d’artificio, quando gli dai fuoco per un attimo non succede nulla ma poi scoppia. Quel bacio, nato così dolcemente si trasformò subito in un bacio passionale, perché tutto quello che era rimasto finora frenato venne liberato. La passione divampò, e non riuscirono più a staccarsi. Entrambi pensarono che potrebbero morire, quel bacio era diventato come l’aria, ne hanno bisogno tutti e due in modo assoluto. Dopo qualche minuto però l’aria si fece rada e furono obbligati a staccarsi per respirare. Gaetano guardandola negli occhi, si alzò, la prese per mano, e senza dire nulla l’accompagnò in camera. Non c’era bisogno di dire nulla. Appena superata la soglia della camera Camilla lo bloccò e lo attirò a se, erano corpo a corpo, e una scarica elettrica trafisse tutti e due. Gli prese il viso tra le mani e ricominciò a baciarlo. Gaetano iniziò a spostarsi lentamente verso il letto continuando a baciare Camilla. Le mani che iniziarono ad esplorarsi, che passarono dai capelli alla schiena, ai fianchi… Si staccò dalle sue labbra, con molta fatica, ma con altrettanto piacere si dedicò a quel collo meraviglioso, lo esplorò tutto, le mordicchiò il lobo delle orecchie e poi iniziò a scendere lasciando una scia di baci che infuocarono la pelle di Camilla al loro passaggio. Si spostò verso la spalla, che scoprì spostando la maglia, ma poi restò bloccato, allora si fermò, tornò sulle sue labbra e le mani cercarono la fine della maglia per togliergliela, quando la trovò guardò la sua Camilla negli occhi e gliela sfilò. Lei restò in reggiseno e il cuore di Gaetano a quella vista accelerò di mille battiti. Era stupenda. Ricominciò a baciarla dalla spalla dove si era fermato, e con le mani scese lentamente dal collo fino al suo seno. Quando fu li si fermò e lo accarezzò. Sentì Camilla fremere sotto i suoi tocchi. Vide la medicatura dello sparo e baciò tutto intorno, quella vista lo riportò un attimo alla realtà, ma si accorse che era come un bellissimo sogno. Lei intanto esplorò il corpo di Gaetano, lo tenne stretto, riuscì a togliergli la giacca, la cravatta e poi stava cercando di aprire i bottoni della camicia. Gaetano sentì che era in difficoltà, si fermò e aprì la camicia strappandola, non gli importava se si staccavano tutti i bottoni. Spinse appena Camilla che perse l’equilibrio e cadde sul letto e lui si mise a cavalcioni sopra di lei. In un attimo si tolsero i pantaloni e rimasero con solo l’intimo addosso, che subito dopo venne tolto. Gaetano la guardò, e vide quello che aveva sempre desiderato, la donna che aveva sempre bramato era finalmente sua. E quello che provava in quel momento era troppo forte. Emozioni che non aveva mai provato con nessun’altra donna. Questo gli fece capire ancora di più quanto l’amava. – Ti amo – le disse Camilla, anche lei sentiva che quello che stava provando era nuovo. Si accorse che non aveva mai amato nessuno in questo modo. Il contatto dei due corpi nudi divenne come fuoco. Ormai non ce la facevano più a resistere. Gaetano sentì Camilla attirarlo a sé intrecciandole le gambe alle sue, e in un attimo divennero un’unica cosa. La fece sua e l’estasi li avvolse completamente. Non seppero mai quanto tempo restarono abbracciati a coccolarsi. Ma tanto questo non importava, avevano tutta una vita davanti.
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