Allora, cara Manu, prima di tutto devo scusarmi di aver omesso una precisazione importante: l'autore del romanzo è nato ai primi del '900 e ha scritto il libro in questione nel '43 o nel '44, non ricordo con precisione. E' chiaro che ogni storia va inquadrata in un determinato contesto sociale. Una volta, purtroppo, il tradimento maschile veniva considerato decisamente meno importante di quello femminile. Le donne, che successivamente, per fortuna (!!), si sono emancipate, ai tempi erano molto più sottomesse al maschio. Un'eroina come la ns. Alberta oggi sarebbe probabilmente.....inconcepibile! Anch'io come te, al suo posto, mi sarei limitata a riferire agli inquirenti ciò che sapevo, semplicemente come persona informata sui fatti, dopodichè avrei abbandonato il consorte traditore al suo destino, sia pure con una grandissima amarezza nel cuore.
Comunque, del libro a me è piaciuto soprattutto l'intreccio giallo, ricco di colpi di scena e di suspence, non tanto la psicologia della protagonista, della quale in ogni caso mi ha colpita il coraggio che le consente di andare sempre avanti nonostante le sconfitte, le frustrazioni e le umiliazioni.
E ciò mi riporta alla mente il titolo del romanzo della ns. amica Enrica: "Basta avere coraggio", romanzo che spero di poter leggere al più presto.....!
Un bacione