Provaci Ancora Prof Forum ☆

Ribaltando ogni certezza, per scaramanzia, il mio finale della quinta serie

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{Fra}
view post Posted on 3/11/2013, 17:10     +1   -1




Cara la mia omonima...tra uno starnuto e l'altro sono riuscita a finire di leggere il capitolo :P
Molto, molto, molto bello...quindi, bravissima come al solito!!!! :D :D

Si mi pare decisamente più realistico rispetto alla scuola di "Mamma rai", che figurati se mette una parolaccia che si una in prima serata...e non mi è parso per nulla offensivo :D

La scena finale nell'ufficio di Gaetano wow :wub:

Di nuovo BRAVISSIMA!!!!
 
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Soul of Paper
view post Posted on 3/11/2013, 18:00     +1   -1




@ Diletta

Beh dai, meglio essere stati interrotti dal collare e dal "trauma cervicale del terzo grado" che da Torre o dal questore xD (tra parentesi a Torino il commissario evidentemente non esiste)

Grazie mille!

@ Fra

Spero che il raffreddore passi presto.

Eh sì, diciamo che "se la conosci la eviti" è davvero un insulto temibilissimo, roba da mesi di sospensione eh.

Che poi sti studenti difficili di Camilla erano più tranquilli e pacifici degli studenti normali che ho conosciuto io, un altro po' xD, ma quello era prevedibile.

Grazie mille, davvero, sei troppo buona :)!
 
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valy4_
view post Posted on 3/11/2013, 19:30     +1   -1




Che bello Soul *.* meno male che ci sei tu a farci "sognare" xD
 
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Soul of Paper
view post Posted on 3/11/2013, 20:49     +1   -1




Grazie mille valy!

Anche io mi distraggo e mi "consolo" scrivendo questa storia e non penso al vero finale xD.
 
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g-lisa09
view post Posted on 6/11/2013, 11:30     +1   -1




Bello, bello e ... bello.
Un capitolo che si inizia in modo forte, in una situazione difficile ma poi si trasforma in qualcosa di dolce e quasi giocoso anche se questa tensione tra i due, ha ragione Gaetano, non può continuare a lungo...
Mi piace quando fa capolino la Camilla ironica e giocosa...è una parte del suo carattere che amo e che con Gaetano si vede spesso.
Aspetto il seguito con trepidazione...capito Hot ?
 
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Soul of Paper
view post Posted on 6/11/2013, 13:18     +1   -1




Grazie mille Lisa, anche io adoro il lato giocoso di Camilla e ho cercato di immaginarmi come sarebbe "evoluto" con il nuovo tipo di relazione tra lei e Gaetano.

Il capitolo hot, per ragioni di trama che capirete in seguito, non sarà il prossimo ma arriverà presto... per l'appunto non voglio far penare troppo i nostri poveri protagonisti xD, ma ogni cosa a suo tempo ;)

Riguardo al nuovo capitolo speravo di pubblicarlo oggi ma mi sono capitati improvvisi impegni sul lavoro... questa settimana e la prossima saranno molto incasinate, quindi il nuovo capitolo arriverà o domani o sabato (spero vivamente domani). Ho già scritto un bel pezzo ma ho un'idea precisa su come finire questo capitolo (che sarà abbastanza lungo) e non vorrei terminarlo in un momento precedente della narrazione. Vedremo ;)
 
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Soul of Paper
view post Posted on 10/11/2013, 16:39     +1   -1




Innanzitutto mi scuso per il ritardo ma la vita reale ci ha messo lo zampino, inoltre come vedrete il capitolo è venuto più lungo del previsto, ma non potevo interromperlo prima o pubblicarlo parzialmente, credo che abbia più senso così. Spero vi piaccia e possa ripagare dell’attesa ;)


Capitolo 9: “Through the Looking-Glass”

Al premere il pulsante del campanello, Gaetano pensa di essere improvvisamente tornato quindicenne: nervoso in attesa di “affrontare” il padre della sua ultima fidanzatina, prima di poterci finalmente uscire.

Ma quando la porta si apre e lo accoglie lo sguardo penetrante di Livietta, che pare trafiggerlo fin nel profondo dell’anima, decide che, in fondo, i padri non erano poi così male: le figlie sono decisamente molto peggio.

“Ciao, sono venuto a prendere Tommy…” annuncia, dandosi mentalmente dell’idiota per aver pronunciato una simile ovvietà.

“Ciao,” è il benvenuto laconico di Livietta, che però lo lascia passare e lo accompagna fino al tavolo salotto, dove lo attendono Camilla e il bimbo, apparentemente impegnato in uno dei suoi disegni.

“Ciao amore,” saluta Gaetano, accarezzando i capelli biondi di Tommy ma lanciando un’occhiata suggestiva anche a Camilla, in una specie di messaggio in codice che lo fa sentire terribilmente ridicolo e assurdamente felice allo stesso tempo. I parallelismi adolescenziali ormai si sprecano.

“Ciao papà,” è la flebile risposta del bimbo, che solleva quei suoi adorabili occhioni nocciola, che paiono ancora più grandi del solito… troppo.

“Tommy, ma stai bene? Hai gli occhi lucidi,” nota preoccupato Gaetano, facendo scivolare la mano sulla fronte del bimbo, “e sei anche caldo…”

“Hai ragione,” annuisce Camilla, toccando a sua volta la fronte del bimbo e sfiorando la mano di Gaetano, con relativa, immancabile scossa elettrica, “secondo me non sta affatto bene. In effetti è da quando sono andata a prenderlo che è un po’ strano… non ha la sua solita energia, ma pensavo fosse ancora stanco per via di ieri sera.”

“Se hai un termometro da prestarmi gli misuro un attimo la febbre, poi… lo so che ti chiedo molto e che probabilmente dovete ancora cenare, ma a casa mia devono rifare tutto l’impianto, per un po’ sarà inagibile e quindi, se potessi accompagnarci in albergo, almeno gli evito il taxi e magari già che ci siamo facciamo un salto in farmacia…”

“Ma no Gaetano, qui parlare di albergo mi pare fuori luogo. Lui è molto caldo, sicuramente avrà la febbre e portarlo in un hotel in queste condizioni… Può restare qui ancora questa notte, no? Non è un gran disturbo…” risponde, Camilla rivolgendo uno sguardo implorante verso la figlia, che li osserva in disparte, con le braccia incrociate.

La ragazza si limita ad alzare le spalle con nonchalance.

“Beh, allora magari lo metto a letto e ritorno domattina,” propone l’uomo, non volendo tentare oltre la sorte e rischiare di tirare troppo la corda.

“No, ti prego non andare via!” lo supplica il bimbo, con uno sguardo che intenerirebbe anche un sasso.

“Sentite, se resta Tommy, resta anche Gaetano!” sbotta Livietta, spazientita, “non voglio passare un’altra notte insonne a sentirlo piangere. E poi ci manca solo che mi attacchi qualcosa: lo sai che devo andare alla festa a Moncalieri domani sera.”

I due adulti rimangono a fissarla ammutoliti, mentre la ragazza afferra dal divano la borsa e una giacchetta leggera e si avvia verso la porta.

“Ma non ti fermi a cena?” le domanda Camilla, ritrovando infine la voce.

“No, mi tocca Pirandello a teatro su ‘gentile suggerimento’ della prof. di lettere…”

“Ah, è vero,” annuisce Camilla, che se ne era completamente scordata, dopo tutto quello che era successo negli ultimi giorni, “allora… a dopo”

“Ciao!”

E, con un’ultima eloquente occhiata, la ragazza esce dall’appartamento e richiude la porta alle sue spalle.

***************************************************************************************

“Si è addormentato?” sussurra Camilla, stiracchiandosi meglio che può sul divano-letto e stropicciandosi gli occhi.

“Sì, credo di sì,” risponde Gaetano con un filo di voce, osservando il respirare tranquillo e regolare di suo figlio con un certo sollievo. Sembra che il bambino stia un po’ meglio e anche la febbre è scesa.

“Altro che brevi ‘favole al telefono’… Gli ho letto mezzo libro: mi sembrava di essere nel vecchio spot della ‘telefonata che allunga la vita’…” mormora Camilla ironica, appoggiando il libro di Rodari sul mobile lì vicino.

“In compenso, mi stavo quasi addormentando io, professoressa.”

“Stai forse insinuando che sono noiosa?” chiede lei con un sopracciglio alzato e quel tono giocoso che Gaetano ha imparato ad adorare e temere in egual misura.

“Per niente, anzi: non c’è niente che desideri di più al mondo di addormentarmi ogni sera ascoltando il suono della tua voce,” risponde lui, sporgendosi verso di lei, per scostare un riccio ribelle che le copre l’occhio sinistro.

“Mmm, Gaetano, non so se prenderlo come un grandissimo complimento o ritenermi offesa…” ribatte Camilla con un sorriso malizioso, non potendo però nascondere il brivido che le corre lungo la schiena quando le dita di lui le sfiorano il viso e quando sente quelle due parole, cariche di promesse: ogni sera.

Non riesce ancora a capire come quest’uomo abbia il potere di dire frasi che sulla bocca di chiunque altro suonerebbero smielate e farle sembrare così… naturali e soprattutto sincere. E parlare di per sempre dopo pochi giorni, per qualche assurdo motivo, non sembra una follia, ma del resto il loro rapporto non ha mai seguito tappe e tempistiche convenzionali. E questa relazione, in fondo, è iniziata molti, ma molti anni fa, ancora prima di quel fatidico “bacio mancato” a casa dell’allora commissario.

“Beh, Camilla, non ho specificato che cosa muoio dalla voglia di fare ogni sera prima di addormentarmi ascoltando il suono della tua voce,” replica l’uomo, tracciandole il contorno delle labbra con la punta del dito indice. Poterla toccare liberamente, senza timore di un rifiuto, sentirla tremare di piacere, vedere le sue guance arrossire e i suoi occhi brillare, sapere che anche lei vuole lo stesso, che non sente più il bisogno di fuggire, è ancora quasi un miracolo per lui. Ed è una sensazione a cui spera di non abituarsi mai del tutto.

“Che coincidenza…” sussurra lei, accarezzandogli una guancia e riducendo ancora di più la distanza tra i loro visi, fino ad aggiungere, quando sono ormai quasi labbra contro labbra, “è quello che desidero di più anche io, non immagini quanto.”

In un impulso irrefrenabile, Gaetano annulla i pochi centimetri rimasti: non può resistere un secondo di più, ha bisogno di Camilla, ora. E, dal modo in cui lei lo stringe a sé e si lascia andare tra le sue braccia, dal modo in cui lo bacia – una strana combinazione tra un assalto e una resa – sente che davvero anche per lei è lo stesso, che non c’è più nessun ostacolo, nessun impedimento, nessun ripensamento.

Ma ben presto, non appena cerca di inclinare il capo per approfondire quel bacio che si fa sempre più appassionato, una fitta lancinante, infuocata e pulsante come una pugnalata, lo riporta bruscamente alla realtà.

Quando l’ondata di dolore e nausea si ritira leggermente e lo lascia nuovamente respirare, riesce finalmente ad aprire gli occhi, incontrando lo sguardo preoccupato di Camilla.

“Scusami,” mormora con un filo di voce, “io-“

“Hai fatto troppi sforzi oggi, avresti dovuto rimanere a riposo,” risponde Camilla con una lieve nota di rimprovero nella voce.

“Mi dispiace Camilla, non sai quanto-“

“Shh,” lo interrompe lei, con un dito sulle labbra, “non dirlo nemmeno per scherzo, non è colpa tua. Ma se domani non ti curi come si deve e non ti prendi un giorno di malattia, allora sì che dovrai fare i conti con me.”

“Non posso, il questore mi sta col fiato sul collo per il caso Migliasso… Da quando i media sono venuti a sapere della storia di Idris e Sabrina ci sono andati a nozze: la ragazza di buona famiglia che si innamora dell’immigrato povero e con precedenti penali. Una specie di Romeo e Giulietta in chiave moderna che finisce con l’omicidio invece che con il suicidio. Per ora la notizia ha avuto rilevanza locale, ma oggi è già rimbalzata sui tg nazionali e, di questo passo, ci ritroveremo presto con stuoli di ‘esperti’ che dibattono del caso nei principali talkshow. Per questo il questore vuole chiuderla in fretta.”

“Gaetano, tu domani da qui non ti muovi, chiaro? Non mi importa cosa dice il tuo capo o se ci ritroviamo con il plastico della gioielleria dei Migliasso a Porta a Porta: la tua salute è la cosa più importante. Hai fior fiore di collaboratori e se serve puoi lavorare da qui. E se il questore insiste ancora, fagli pure sapere che sono disposta a sollevare un polverone tale da fare impallidire qualsiasi feuilleton criminale.”

“Camilla…” sospira lui esasperato, non riuscendo però a trattenere un sorriso.

“Adesso riposati,” gli sussurra dolcemente, baciandolo sulla fronte, per poi aggiungere, con quel tono di voce giocoso che lo fa impazzire, “e riprendi le forze, vicequestore, che ne avrai bisogno.”

“Ci conto, professoressa, ci conto.”

***************************************************************************************

“Gaetano… no, dai, così mi fai solletico!” mormora Camilla ridendo, divincolandosi e coprendosi il viso.

“Woof!”

Il suono improvviso, a pochi centimetri dall’orecchio, le fa aprire bruscamente gli occhi.

“Potty…” sospira, accarezzando il cagnolino che scodinzola vivace e contemplando quel letto vuoto e decisamente troppo grande per lei.

Guarda l’orologio: è ora di alzarsi, ma si sente più stanca di quando è andata a dormire. Il sonno ha tardato ad arrivare e, quando finalmente ha ceduto all’abbraccio di Morfeo, i suoi sogni hanno avuto, tanto per cambiare, un unico protagonista.

Come un automa si alza e si avvia verso il bagno, stropicciandosi il viso: ha bisogno di una lunga doccia e di un litro di caffè per cominciare a connettere.

Allunga la mano per afferrare la maniglia, ma questa si ritrae dalle sue dita, lasciando il posto a…

“Gaetano…” mormora incredula, squadrandolo da capo a piedi, coperto solo da un asciugamano che lascia ben poco spazio all’immaginazione. È di colpo completamente sveglia.

“Camilla…” replica lui con lo stesso medesimo tono, mentre la osserva, con quella camicia da notte in raso terribilmente sexy, nella sua semplicità, che ha più volte ammirato da dietro una finestra. Ma da vicino, con una spallina abbassata oltretutto, è tutta un’altra cosa.

Rimangono a fissarsi per attimi che sembrano durare un’eternità, mentre la tensione, l’elettricità nell’aria si fanno sempre più dense, palpabili.

“E il collare?” è l’unica cosa che riesce a dire Camilla, dandosi mentalmente dell’idiota, ma in questo momento il suo cervello pare essere entrato in stato di sciopero.

“Posso toglierlo per lavarmi,” replica Gaetano con il tono di voce di chi sta pensando di togliere ben altro che un collare.

Non saprebbero dire chi si è mosso per primo, ma improvvisamente si trovano vicini, sempre più vicini, come sospinti da una forza irresistibile. Camilla solleva il viso verso quello di Gaetano, entrambi chiudono gli occhi, avvertendo il respiro irregolare dell’altro sulle labbra.

“Eh-ehm!”

Camilla fa un balzo indietro, con il cuore a mille, voltando il capo in direzione della voce e trovandoci Livietta, che li osserva imbarazzata, con un sopracciglio alzato e le mani sui fianchi. Con la coda dell’occhio nota Gaetano che sta subendo una strana metamorfosi, diventando del colore di un crostaceo dopo la cottura, e che indietreggia quasi inconsciamente verso la porta del bagno.

“Livietta!” esclama Camilla, con una voce che non sembra nemmeno la sua, “pensavo fossi già fuori.”

Ovviamente tutto questo doveva succedere proprio la prima mattina dopo il “d-day” in cui Livietta non è uscita all’alba, non può fare a meno di pensare la donna.

“L’ho notato!” ribatte sarcastica la ragazza, per poi aggiungere, “sai, in fondo questa è ancora anche casa mia, ma non vi preoccupate che tolgo subito il disturbo.”

“NO!” esclamano all’unisono i due adulti, per poi scambiarsi uno sguardo imbarazzato, non sapendo esattamente come comportarsi.

“Livietta, ma che disturbo… ero solo sorpresa, tutto qui. Anzi, lo sai che mi fa piacere se passi un po’ più di tempo a casa. Se mi aspetti faccio una doccia e poi mangiamo insieme,” propone la donna, cercando di recuperare un tono normale e di salvare il salvabile.

“Tra venti minuti devo uscire, quindi la colazione la faccio subito,” commenta la ragazza, rivolgendosi poi all’uomo con un’occhiata penetrante, “tu che fai Gaetano? Mangi con me o hai bisogno di un’altra doccia?”

“NO!” esclama di nuovo, ormai rosso dalla radice dei capelli alla punta dei piedi, completamente spiazzato dal comportamento dell’adolescente e da questa offerta inaspettata, “cioè sì, cioè… mi metto qualcosa e vengo a fare colazione.”

E, scambiando uno sguardo perplesso con Camilla, che sembra confusa quanto lui, si ritira velocemente nello “studio di Renzo”.

Tommy sta ancora dormendo tranquillo e decide di non svegliarlo: oggi non usciranno e rimarranno insieme a “curarsi”. Indossa il collare e i primi indumenti che gli capitano a tiro – una t-shirt e un paio di pantaloni – e si avvia verso la cucina e verso l’ignoto.

Livietta sta già rovesciando gli immancabili cereali al cioccolato in una ciotola quando lui la raggiunge. La ragazza rimane in silenzio, intenta a versare il latte e lui decide di comportarsi con nonchalance e aspettare che sia lei a fare la prima mossa. Si siede all’altro lato del tavolo, afferra la scatola dei corn-flakes e prepara la sua tazza.

Quando allunga la mano per prendere il brik del latte però la sua mano si “scontra” con quella di Livietta, che pare aver deciso che la sua scodella necessiti di un rabbocco. D’istinto molla la presa e il contenitore si rovescia sul tavolo, mentre un fiotto di latte comincia a zampillare, macchiando la tovaglia.

Lo raddrizza più in fretta che può e tampona il danno con i tovaglioli di carta, ma ormai ogni tentativo di apparire calmo e controllato, padrone della situazione, è decisamente fallito.

La ragazza lo osserva con un sopracciglio alzato e quegli occhi azzurri che gli incutono sempre una certa apprensione, forse perché così simili a quelli del padre. Dopo aver rimediato all’incidente alla bell’e meglio, Gaetano si concentra sulla colazione, attendendo di nuovo un input della ragazza. Ma Livietta continua semplicemente a mangiare e a studiarlo, in un silenzio che si fa sempre più opprimente.

“Com’era il teatro?” cede infine l’uomo, parlando del primo argomento neutro che gli passa per la mente, cercando di sondare il terreno senza inerpicarsi su terreni pericolosi.

“Più interessante del previsto…” risponde Livietta, dopo qualche secondo di pausa.

“Che opera era di Pirandello?”

“L’uomo, la bestia e la virtù. La storia di due amanti che devono far credere al marito della donna che il figlio che lei aspetta è suo, per mantenere una facciata rispettabile davanti alla gente… Nonostante il marito abbia un’altra donna in un altro paese e la moglie ami un altro, devono mantenere la finzione, una maschera, per salvare le apparenze.”

“Ah…” riesce solo a dire Gaetano, sentendo che il collare gli si stringe intorno al collo.

“Senti Gaetano,” afferma Livietta, lasciando cadere il cucchiaio nella ciotola e guardandolo fisso negli occhi, “non serve che fingi di interessarti delle mie giornate o che fai il gentile con me. Lo so che lo fai solo per mia madre, ma non è necessario. E soprattutto vorrei che la smettessi di trattarmi come una bambola di porcellana o una bomba pronta ad esplodere.”

“Livietta…” sospira Gaetano, comprendendo di aver fatto un errore madornale nel cercare di usare le sue “tattiche psicologiche” con la ragazza, la cui intelligenza e somiglianza con la madre si fanno sempre più impressionanti. O meglio, con una Camilla Baudino adolescente e arrabbiata, delusa dal “mondo degli adulti”. Decide quindi di utilizzare l’unica “carta” che sia mai risultata vincente con la sua amata professoressa: quella dell’onestà, della schiettezza.

“Senti, ammetto che questa… situazione è nuova per me, inaspettata. Non so bene come comportarmi, sono in imbarazzo e probabilmente devo esserti sembrato un idiota. Ma se sono ‘gentile’ con te non è per fare un favore a Camilla, ma perché mi va. Lo so che sono passati anni ma ricordo che avevamo un buon rapporto noi due, andavamo d’accordo. E non ho alcun motivo per avercela con te o trattarti male, quindi perché dovrei farlo?”

“È vero: sei sempre stato ‘gentile’ con me, anche quando ero piccola, ma eri innamorato di mia madre già allora, lo so benissimo. Forse pensavate che non me ne accorgevo, ma lo capivo eccome. E sì, tu in fondo mi stavi simpatico, nonostante tutto, perché mi divertivo con te e con Nino e poi vedevo che la mamma quando c’eri tu era felice, serena. In quel periodo i miei passavano tutto il tempo a litigare, mio padre era sempre preso dal lavoro, nervoso e tu la facevi stare meglio e dedicavi anche a me un po’ di attenzioni, mentre mi sentivo trascurata da papà. Anche se in fondo eri tu uno dei principali motivi di discussione: ricordo che papà ti chiamava ‘il poliziotto superpiù’ ed era molto geloso di te… Credo che in fondo sapesse che la mamma si era innamorata di te.”

Gaetano rimane per qualche secondo senza parole: non aveva mai provato a mettersi nei panni di Livietta, a pensare a come la ragazza avesse vissuto il periodo in cui lui era fidanzato con Roberta e si prendeva cura di Nino, mentre Camilla e Renzo erano in una specie di “pausa di riflessione”, con Renzo che sembrava quasi sull’orlo della depressione.

“Beh, non posso negarlo: amo tua madre da tanti anni e capisco se per questo motivo tu ce l’hai con me, dato che mi sono intromesso tra lei e tuo padre. Lo so che quello che ho fatto probabilmente non sarà stato nobile, ma se ho imparato una cosa è che non si sceglie di chi ci si innamora. E, per quel che vale, ti garantisco che fino a poco tempo fa tua madre mi ha sempre respinto e non siamo mai stati amanti, anche se penso che di questo forse è più giusto che tu ne parli con lei.”

“Ti avrà anche respinto ma ti amava anche lei, si vedeva chiaramente e… comunque non ce l’ho con te, non troppo almeno… Alla fine non si può ‘rubare’ chi non vuole farsi ‘rubare’, l’ho capito a mie spese. La mamma avrebbe potuto evitarti ma non l’ha mai fatto: anche da quando vi siete ritrovati qui a Torino passava quasi tutte le giornate con te e Tommy… Invece forse sei tu che dovresti avercela con me, almeno un po’.”

“E perché?” chiede Gaetano, sinceramente sorpreso da questa uscita della ragazza.

“Perché se non ci fossi stata io la mamma avrebbe scelto te già tanti anni fa. Lo so benissimo che se è rimasta e poi è tornata con papà è stato soprattutto per me, perché voleva darmi una famiglia unita, a qualsiasi costo, anche se era una farsa, anche se eravamo tutti infelici alla fine,” ribatte la ragazza, mentre dalla sua voce traspare una nota di amarezza e rabbia mista a senso di colpa che è come una fitta al cuore per l’uomo. Non può credere che Livietta si colpevolizzi per l’infelicità dei suoi genitori, ma sa che è un sentimento comune tra i figli di genitori separati, anche se completamente infondato e irrazionale.

“Livietta, come potrei avercela con te per qualcosa di cui non hai colpa? Al limite dovrei essere arrabbiato con tua madre, ma non è così. Anche perché sapevo che Camilla era sposata e aveva una figlia quando l’ho conosciuta e in che situazione mi stavo andando a infilare: sia io che lei abbiamo la nostra parte di responsabilità, ma non certo tu.”

“Sai che non lo capisco, come tu possa non aver mai provato risentimento nei suoi confronti… come tu abbia potuto accettare l’indecisione e i tira e molla di mia madre per tutti questi anni, aspettare che lei si decidesse e intanto continuare a starle vicino, a correrle dietro senza arrenderti…”

“Beh, ammetto che in un paio di occasioni, nei momenti peggiori, sono quasi arrivato a maledire il giorno in cui ho incontrato tua madre, che ho pensato ‘chi me lo ha fatto fare’ di innamorarmi di una donna impegnata e che ero convinto non avrebbe mai potuto corrispondermi, ma erano pensieri che duravano un secondo. Prima di tutto perché la amo e poi perché in realtà devo tantissimo a Camilla. Non posso nemmeno pensare a come sarebbe stata vuota e priva di senso la mia vita se non l’avessi mai conosciuta. Quello che mi ha dato, quello che mi ha fatto provare è molto più forte di quello che forse mi ha ‘tolto’ e del dolore che mi ha potuto provocare.”

Gaetano stesso si sorprende mano a mano che le parole escono dalla sua bocca: non avrebbe mai immaginato di rivelare a qualcuno questi pensieri che ha sempre tenuto gelosamente per sé. Non ne ha mai parlato nemmeno con Camilla, non apertamente, anche se lei ha sempre avuto la capacità di intuire i suoi stati d’animo e quindi probabilmente già sa. Ma di certo l’ultima persona al mondo con cui si sarebbe aspettato di avere questa conversazione è Livietta, però sente di non poterne fare a meno, che è la cosa giusta da fare. Forse perché la ragazza gli sta parlando con una sincerità quasi brutale, che con l’età adulta quasi sempre si perde.

“Quindi mi stai dicendo che se ami una persona questo giustifica tutto, scusa tutto, anche che ti faccia del male?” chiede Livietta con un sopracciglio alzato, dopo un attimo di riflessione.

“NO!” esclama Gaetano, rendendosi conto di essersi andato a impelagare in un discorso dai risvolti pericolosi, specie se il tuo interlocutore è una ragazzina adolescente alle prese con le prime disavventure amorose. Ne ha viste tante di ragazze e di donne vittime di uomini che dicevano di amarle e da cui accettavano qualsiasi cosa, prigioniere di un rapporto malato che con l’amore non aveva nulla a che spartire. E non vuole certo che Livietta pensi che questo sia accettabile.

“Amare non vuol dire farsi del male a vicenda, Livietta, anzi è un sentimento che ci deve far stare meglio, non peggio. Il punto è che tua madre non mi ha mai fatto del male volontariamente: so che anche per lei tutto questo non è stato facile né piacevole. E se mettevo su un piatto della bilancia le cose positive e quelle negative, le prime hanno sempre quasi annullato le seconde.”

“Ma cosa cambia se uno ti fa soffrire volontariamente o meno? Alla fine si sta male e basta,” ribatte la ragazza con gli occhi lucidi e Gaetano intuisce che non stanno più parlando solo di lui e Camilla.

“Lo so che può sembrarti una banalità o un’ingiustizia, ma la sofferenza fa parte della vita, fa parte delle regole del ‘gioco’, in un certo senso bisogna sempre metterla in conto ed accettarla. Se c’è qualcosa che ho imparato col mestiere che faccio è che alla fine quasi qualsiasi decisione prendiamo va a scapito di qualcosa o di qualcun altro, anche se non ce ne rendiamo conto e che senza volerlo ciò che rende felice noi spesso fa anche l’infelicità di altre persone e viceversa. Il punto è che spesso desideriamo la stessa cosa che vuole qualcun altro o il contrario di ciò che qualcun altro vorrebbe, quindi la vittoria di una persona è la sconfitta di un'altra. E non ci possiamo fare niente. L’importante è che infliggere sofferenza non sia il nostro desiderio, non sia ciò che ci muove, che ci fa stare bene, o che non siamo disposti a qualsiasi cosa pur di raggiungere i nostri scopi; che ci fermiamo in tempo se ci accorgiamo che ciò che vogliamo fare provoca solo sofferenze a tutti tranne che a noi stessi.”

“Sai che non è poi così male parlare con te, quando non mi tratti come se dovessi buttarmi giù da un ponte da un momento all’altro?” commenta Livietta dopo averlo studiato in silenzio per un po’, rimescolando i cereali nella ciotola, ormai saturi di latte e ridotti praticamente in poltiglia.

“Sai che non è poi così male parlare con te, quando non mi tratti come se dal ponte mi ci spingeresti giù volentieri?” ribatte Gaetano con un sorriso.

Per tutta risposta, Livietta scoppia a ridere, davanti allo sguardo incredulo ma soddisfatto del vicequestore. Ma la risata le muore bruscamente sul volto quando Camilla fa il suo ingresso in cucina, osservandoli con gli occhi spalancati, apparentemente sbalordita da questa scena, dalla strana complicità che sembra essersi instaurata tra sua figlia e Gaetano.

“Devo andare, è tardissimo,” annuncia prontamente la ragazza, alzandosi in piedi e gettando i cereali rimasti, ormai decisamente immangiabili, nella pattumiera dell’umido lì vicino.

“Non puoi proprio fermarti altri cinque minuti?” chiede Camilla, tentando di sondare il terreno.

“No, mamma, Greg mi aspetta e poi devo mettere nel borsone le ultime cose per la festa di stasera. Sai che non torno dopo la scuola, no?”

“Sì, lo so, lo so,” sospira Camilla, intuendo che, qualsiasi cosa sia successa tra sua figlia e Gaetano, l’armistizio apparentemente non si estende automaticamente anche a lei.

“Tommy come sta?” chiede la ragazza all'improvviso, girandosi prima di raggiungere la porta, rivolgendosi direttamente all’uomo.

“Sembrerebbe stare meglio, la febbre è scesa, probabilmente è stata l’agitazione per via dell’incendio, un po’ di stanchezza. Credo che se oggi sta a riposo, già stasera possiamo togliere il disturbo,” risponde Gaetano, nuovamente cauto, non volendo peggiorare le cose tra madre e figlia.

“Sentite,” sospira Livietta guardandoli entrambi negli occhi, “a parte che io questo weekend non ci sono, ma se tu e Tommy volete restare qui fino a che il vostro appartamento è sistemato per me non c’è problema, basta che vi decidete e mi risparmiate il teatrino delle ultime sere. Ad una sola condizione: certe cose per favore fatele in privato, dietro a una porta ben chiusa e non in corridoio o comunque davanti a me. Che va bene che lo so che i bambini non li porta la cicogna, ma vorrei evitarmi anni di analisi per superare il trauma.”

E, come sta ormai diventando quasi un’abitudine negli ultimi giorni, la ragazza si ritira in camera sua a testa alta, lasciando dietro di sé due adulti completamente spiazzati.

“Cereali?” è l’unica cosa che riesce a chiedere Gaetano, per spezzare la tensione e l’imbarazzo.

“Ma sì, a volte mi sembra che non si mangi altro in questa casa,” replica Camilla con un sospiro, decidendo, già che c’è, di farsi anche un caffè, doppio. Per il vermouth di cui sente disperatamente il bisogno dovrà ancora aspettare qualche ora: non può di certo presentarsi a scuola ubriaca, anche se probabilmente troverà di nuovo ad attenderla una classe deserta. E, per la prima volta nella sua carriera, non sa sinceramente quale scenario augurarsi.
 
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valy4_
view post Posted on 10/11/2013, 22:29     +1   -1




L' attesa Soul dopo aver letto questo capitolo stupendo era come se non ci fosse mai stata :)
Davvero complimenti hai una capacità nello scrivere che invidio moltissimo <3
 
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{Fra}
view post Posted on 10/11/2013, 22:44     +1   -1




Bravissima tesoro...
Abbiamo dovuto attendere un po' ma...ne è valsa la pena!!! Anche questo capitolo mi è piaciuto moltissimo...

Mi è piaciuta molto soprattutto la conversazione tra Livietta e Gaetano...

Fantastica anche la scena sulla porta del bagno :P
Avevo già scoperto che i bagni erano luoghi MOLTO pericolosi :P (in una vecchia fan fiction di Diletta!) e qui ne ho avuto la conferma :D

Bravissima...
Attendo con ansia il prossimo...facendo con calma come al solito, dando la precedenza ovviamente alla tua vita reale!!

A presto!
Baci...
 
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Soul of Paper
view post Posted on 10/11/2013, 22:45     +1   -1




@valy oddio grazie mille, sei davvero troppo buona e mi fai veramente arrossire <3

Non so cosa dire... io amo scrivere, da sempre, è sempre stato un passatempo rilassante (tranne quando sono in periodi di blocco), spesso scrivo anche solo per me, ma sapere che c'è qualcuno che mi legge e che a qualcuno ciò che scrivo piace mi da un grande incentivo e una grande carica per ritagliarmi tempo per la scrittura anche in periodi incasinati e pieni di impegni come questo.

Grazie ancora!

Edit

@ la mia omonima

Grazie mille tesoro, i tuoi commenti sono sempre fantastici =)

Ho giusto commentato con Diletta in altra sede la pericolosità dei bagni... ricordavo quella scena nella sua bellissima ff. In realtà questa scena è merito degli autori veri, io ho giusto tolto Renzo e lasciato che gli ormoni facessero il resto xD.

Ancora grazie mille, un grande bacio!

Ps. A proposito di vita reale siccome la settimana sarà incasinata non so ancora prevedere tra quanto arriverà il nuovo capitolo, vi terrò aggiornate ;)
 
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g-lisa09
view post Posted on 11/11/2013, 10:12     +1   -1




Il nuovo capitolo mi è piaciuto molto, la convivenza si fa interessante...
Il discorso tra Gaetano e Livietta è molto bello, non ci sono barriere tra i due e si confrontano con sincerità, cosa di cui, secondo me , Livietta sentiva il bisogno, e la dolcezza di Gaetano riesce a mostrarle un lato del carattere della madre che non aveva considerato, impegnata com'era a darle la colpa per la situazione creatasi...speriamo che questo sia l'inizio per un armistizio con relativa pace tra madre e figlia.
E poi...che dire...Gaetano e Camilla hanno bisogno di un po' di tempo da soli...sono ormai alla frutta...come noi del resto :P
 
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Soul of Paper
view post Posted on 11/11/2013, 11:02     +1   -1




Lisa direi che hai analizzato benissimo il cuore del discorso tra Gaetano e Livietta: Gaetano, una volta superato l'imbarazzo iniziale, ha potuto ricambiare l'onestà brutale e senza filtri della ragazza, anche perché non essendo il padre di Livietta è sicuramente in una situazione diversa e con meno vincoli e paure di quella in cui possono essere Renzo o Camilla quando interagiscono con la figlia.

I nostri protagonisti ormai rischiano seriamente di compiere atti osceni in luogo pubblico se vanno avanti così, ma siccome sono più buona degli autori "veri", non ho intenzione di farli penare ancora per molto ;).

Grazie mille per il tuo commento!
 
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view post Posted on 13/11/2013, 23:10     +1   -1
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che bello il rapporto che si sta creando tra gaetano e Livietta, francesca. Brava per tutto, per il tuo modo di scrivere chiaro, diretto ma non per questo conciso Non mi piace quando per la fretta si oltrepassano troppi passaggi e qui scorre tutto a perfezione e con una coerenza che neanche i veri autori della serie hanno mai raggiunto, tranne forse nelle prime due serie ma li eravamo all'inizio e tutto era ancora "in costruzione".
 
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Soul of Paper
view post Posted on 14/11/2013, 00:09     +1   -1




Grazie mille Sammy!

In effetti sto cercando di fare le cose per gradi, per mantenere il realismo del tutto,, anche se temo sempre di annoiare :). Tra l'altro sto rivedendo in questi giorni la prima serie dopo anni e, a parte l'invecchiamento generalizzato xD, la cosa che mi ha colpita di più è stata l'involuzione del rapporto tra Renzo e Camilla, ma mi sa che ci aprirò un topic apposito.. Comunque sì, nelle prime due serie si poteva ancora capire perché Camilla rimaneva con Renzo, specie nella prima, ma ora...

Ancora grazie mille per il tuo commento!

Ps Il nuovo capitolo arriverà al 90% domani =)
 
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g-lisa09
view post Posted on 14/11/2013, 10:22     +1   +1   -1




CITAZIONE
Comunque sì, nelle prime due serie si poteva ancora capire perché Camilla rimaneva con Renzo, specie nella prima, ma ora...

Secondo me nell'ultima serie Camilla si intestardisce a rimanere con Renzo per un senso di responsabilità di cui si è fatta carico ,soprattutto dopo il trasferimento in un altra città.
Vede lo stravolgimento delle loro vite, la difficoltà creata alla figlia e non vuole ammettere , neanche con se stessa, che è stato tutto vano , che il suo matrimonio non esiste più .
Penso che questo trapeli un po' anche da discorso che fa con Gaetano nella seconda puntata dopo il bacio, quando lui le dice che ha capito ora che lei è la donna giusta per lui e lei dice "ma dove era il destino quando io e Renzo ci siamo lasciati ? " .
Comunque una situazione veramente triste.
 
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270 replies since 14/10/2013, 20:57   5406 views
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