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Ribaltando ogni certezza, per scaramanzia, il mio finale della quinta serie

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Soul of Paper
view post Posted on 16/10/2013, 17:49     +1   -1




Capitolo 3 “Limbo no more”

“Ah, capita proprio a proposito! Non aveva detto che la Lovera non aveva amici né parenti?” esclama l’infermiera, senza peli sulla lingua e con il suo forte accento torinese, avvicinandosi e brandendo un mazzo di rose rosse come un’arma impropria.

“Infatti,” risponde Camilla, scambiando una serie di sguardi stupiti con Gaetano mentre l’infermiera descrive con linguaggio pittoresco e dovizia di particolari quel “tipo loffio” che “sembrava un beccamorto” e parlava “delle strane lingue” e che era riuscito a penetrare senza permesso in terapia intensiva e commettere l’imperdonabile crimine di lasciarci un mazzo di rose, distruggendo quindi completamente l’ambiente asettico e provocando, come si poteva ben immaginare, un bel mal di testa agli addetti al reparto.

Camilla e Gaetano si trovano d’accordo nell’ipotizzare che il misterioso visitatore, l’uomo del biglietto dell’opera e il “maniaco melomane” potessero essere la stessa persona.

“Potrebbe essere la stessa persona che l’ha aggredita…” prova anche ad azzardare Gaetano, in verità non molto convinto.

“Ma allora perché portarle delle rose, scusa?”

“Sarà uno di quegli uomini che prima ti mena e poi cerca di farsi perdonare regalandoti il mazzetto di fiori…” li interrompe l’infermiera, lanciandosi in un particolari non richiesti sulla sua vita sentimentale, mentre Camilla e Gaetano si scambiano occhiate divertite.

“Io avevo un fidanzato così… ed era pure brutto… mica come questo bel giovanotto!” esclama la ragazza, con una lunga occhiata di apprezzamento a Gaetano, per poi aggiungere, sotto lo sguardo sbigottito di Camilla, “ha scelto proprio bene, signora, complimenti!”

E mollandole le rose come se fossero un mazzo di carciofi, si allontana lamentandosi ancora di “quel disgraziato” del suo ex.

“Vedi!” afferma Gaetano con tono divertito, dopo che lui e Camilla erano rimasti a fissarsi sconcertati per qualche secondo.

“Che cos’è che avrei scelto bene io?” gli chiede Camilla, provocandolo e osservando ancora l’enorme mazzo di rose che si era ritrovata tra le mani.

“Me! Ma perché, non sei d’accordo?”

“No, perché ho scelto di non sceglierti, e quindi…” risponde lei in tono giocoso, anche se l’argomento non è certo dei più delicati. In effetti a ben rifletterci forse non aveva scelto bene, non aveva scelto bene proprio per niente, continuando a respingere Gaetano per salvare un matrimonio che ormai più che fare acqua da tutte le parti, stava proprio colando a picco.

“Però ti sono capitato… e proprio di fronte a casa,” le fa notare lui, sornione, decidendo di non essere pessimista e di prendere il commento di Camilla con leggerezza. Del resto, solo poche ore fa, lei aveva promesso di pensarci e Gaetano non poteva e non voleva nemmeno credere che in un così breve lasso di tempo lei avesse preso una decisione definitiva, in un senso o nell’altro.

Si voltano a guardarsi in un sincronismo quasi perfetto, come spesso accade ultimamente. E c’è un mondo dietro agli occhi, che le parole difficilmente potranno mai descrivere fino in fondo.

“Sai che io non ci credo alle coincidenze? Io credo nel destino…”

“Camilla…” le dice con un tono improvvisamente serio, piazzandosi di fronte a lei, con quell’enorme mazzo di rose a fare da unica barriera, “io non voglio farti pressioni e credimi che ce la sto mettendo tutta per trattenermi e lasciarti prendere una VERA decisione tranquillamente, ma la verità è che non so per quanto posso resistere ancora: io ho bisogno di te.”

La sua voce e il suo sguardo implorante sono come una stilettata al cuore per la donna, che si ritrova a guardarlo, a guardarlo veramente, per la prima volta in quel giorno. E, mentre le maledette lacrime minacciano ancora di voler scendere a tradimento e un’infinita tenerezza le riempie il petto, non può fare a meno di notare la stanchezza in quegli occhi azzurri e le borse che li incorniciano. Come non può fare a meno di chiedersi se anche lui, come lei, abbia passato una notte quasi insonne, se anche lui provi quell’ansia sottile ma incessante che la invade ogni volta che lui è lontano, come se un timer nascosto nel suo corpo contasse le ore, i minuti e i secondi prima di poterlo rivedere. E questo ultimo sogno non aveva di certo migliorato la situazione, anzi: appena aveva lo aveva visto arrivare, fuori dall’ospedale, il suo viso si era trasformato in un mare di fiamme e sperava che lo strato di fondotinta e correttore, più pesante del solito, avesse almeno in parte mascherato il colorito paonazzo delle sue guance.

“E non solo io, anche Tommy…”

“Tommy ha già sua madre, e se mai lui ha bisogno di te, non di me,” cerca di protestare Camilla, desiderando lasciare il bambino, che pure lei adora, fuori da questa conversazione e da questa decisione.

Il rapporto tra Gaetano e suo figlio non deve dipendere da lei: qualsiasi cosa accada lei sa che Gaetano è un padre fantastico, anche se non se ne rende conto, e che può farcela, con o senza di lei accanto. Del resto le basta ricordare come se la fosse cavata egregiamente con Nino, suo nipote, quando la sorella glielo aveva lasciato senza un minimo preavviso. In effetti ciò che l’aveva stupita inizialmente era proprio l’assenza di rapporti tra Tommy e Gaetano, considerato quanto lui desiderasse un figlio prima che lei partisse per Barcellona. A ben vedere, lasciarlo libero di realizzare questo sogno, senza di lei a fargli da “freno a mano” era stato proprio uno dei principali motivi della sua “fuga” spagnola.

“Sì, sì, lo so, però… io vorrei tanto che tu… che noi…”

Non serve che finisca la frase, non ce n’è bisogno, e non solo perché l’uomo non ha mai fatto mistero di cosa voglia da lei, ma anche, e soprattutto, perché i suoi occhi parlano da soli.

“Ne sei davvero sicuro Gaetano? Sai come si dice – attento a quel che desideri, perché potrebbe avversarsi…”

“Camilla, cosa stai dicendo?”

“Sei sicuro di volerla davvero ‘la botte’, Gaetano? Sei sicuro che il gusto intenso e corposo del vino rosso dopo un po’ di bottiglie non ti stancherà e non ti darà la nausea? Che non sentirai il bisogno di tornare ad avere un po’ di varietà, ad assaporare altri vitigni ed altre annate? Ho bisogno di saperlo.”

“Come puoi chiedermelo? Che razza di uomo pensi che sia, Camilla? Credi davvero che sarei capace di tradirti, che tu sia solo un gioco per me, una sfida, che-?”

“Shh, ascoltami,” lo implora lei con voce roca, mettendogli un dito sulle labbra, “io ti credo quando dici di amarmi, sono convinta che tu sia sincero e in buona fede, lo vedo e lo sento ogni volta che ti ho accanto. Però, com’è che si dice – è più facile immaginare di correre la maratona che fare un solo passo. ”

Camilla fa una pausa per deglutire la saliva che le impasta la bocca e si sforza di proseguire.

“Anche con Renzo eravamo partiti con le migliori intenzioni, convinti di amarci alla follia e poi vedi cos’è successo… Il tempo, la routine appiattiscono tutto, la passione difficilmente dura in eterno e poi… se va bene rimangono l’affetto, la complicità e il rispetto… se non va bene, nemmeno quello.”

“Camilla, io capisco che tu ti senta ferita e delusa dal rapporto con tuo marito, ma non vuol dire che le cose debbano andare sempre così, per forza.”

“No, forse no, però Gaetano, siamo franchi, sai che è una concreta possibilità, no? E io ho paura Gaetano, ho paura, ho paura non solo di tutte le ragazze di cui ti sei sempre circondato, ma anche e soprattutto della Camilla che ti sei creato nella mente in tutti questi anni in cui siamo andati avanti con questa ‘relazione’, comunque tu la voglia definire. Ho paura di non essere alla sua altezza Gaetano, ho paura che quando la fantasia si scontrerà con la realtà ti accorgerai che non sono la bottiglia di Grand Cru che pensavi, ma un vino da tavola in brik. E non so se potrei sopportarlo.”

Gaetano la guarda incredulo, vedendo che gli occhi le si riempiono di lacrime e maledicendo mentalmente Renzo per averle ridotto l’autostima sotto la suola delle scarpe.

“Puoi garantirmi che sarà diverso, che non succederà a noi due? Puoi garantirmi che tra un anno o cinque o dieci o venti che siano vorrai ancora avermi al tuo fianco? Credo che anche tu debba rifletterci Gaetano, non solo io: devi pensarci molto bene.”

“Camilla,” le sussurra lui, asciugando un paio di lacrime che le scorrono sulle guance, “sappiamo tutti e due che nessuno può darci una certezza assoluta su cosa avverrà in futuro. Ma, ascoltami bene, io ti garantisco, per quanto è nelle mie possibilità, che l’idea di averti accanto a me tra venti o trent’anni non mi spaventa affatto, anzi: io voglio invecchiare insieme a te Camilla e non ho alcuna intenzione di lasciarti andare, finché tu mi vorrai al tuo fianco o finché – anche se so che è un cliché, e pure un po’ macabro – finché morte non ci separi.”

“E poi sono sicuro al 100% che non potrei mai annoiarmi con te, nemmeno se volessi. E sai perché? Perché ti conosco da quasi dieci anni eppure riesci a sorprendermi sempre. E sai quanto è raro questo per uno come me, che per mestiere ha dovuto imparare a leggere le persone, a prevedere ogni loro mossa? Sei il più grande mistero che abbia mai incontrato nella mia carriera: ogni volta che penso di averti davvero capita, di avere la chiave di lettura, mi spiazzi con qualche trovata delle tue. Quindi no, professoressa, non riuscirai a liberarti molto facilmente di me, non ci sperare. Anzi, probabilmente sono io che dovrei chiedertelo... Sei sicura che riuscirai a sopportarmi e che non ti stancherai di me, nemmeno quando diventerò un vecchio brontolone con la dentiera e ti racconterò per la centesima volta le mie imprese di gioventù?”

Il sorriso di Camilla, così luminoso e ampio, senza riserve, lo porta a tirare un sospiro di sollievo: lei gli crede, gli crede davvero e Gaetano comincia a vedere una luce in fondo al tunnel, a sentire che tutto ciò che ha sempre desiderato è lì, a portata di mano. Forse sono finalmente entrambi nello stesso posto e nello stesso momento, dopo tanti anni passati a rincorrersi.

“Gaetano, non so perché ma ho la netta sensazione che anche da anziano sarai uno di quegli uomini a cui i capelli bianchi e le rughe conferiscono fascino, invece di toglierlo, e che dovrò allontanare a borsettate tutte le giovani fanciulle che ti ronzeranno intorno, altro che vecchietto brontolone,” gli risponde lei ridendo e alimentando ancora di più in lui la speranza.

“Camilla, prima di fare la figura dell’idiota, ho bisogno di saperla io una cosa: stai dicendo quello che penso tu stia dicendo?”

“Tu che ne dici?” gli sussurra lei, sporgendosi sopra al mazzo di rose e avvicinando pericolosamente i loro visi, fino a essere a pochi centimetri dalle sue labbra, per poi aggiungere, con un sorriso e una voce talmente roca che lei stessa stenta a riconoscere, “se stavolta provi a spostarti, giuro che ringrazierai il cielo di essere in un ospedale.”

Le labbra di lui fanno appena in tempo a dischiudersi, ma la risata gli resta nella gola, perché in un attimo la bocca di Camilla è sulla sua, azzerando ogni altro pensiero.

E’ un bacio molto diverso dai precedenti: non è l’esplosione di una disperata passione troppo a lungo soffocata, o il cogliere un attimo rubato e probabilmente irripetibile. Entrambi si sentono finalmente liberi di lasciarsi andare, di mostrare tutto quello che provano l’uno per l’altra in questo bacio, senza paure e senza esitazioni. E la sensazione di pienezza, di consapevolezza, di sapere che l’altro ricambia con eguale vigore, nonostante tutti gli anni passati, nonostante i lunghi periodi di separazione, nonostante tutti gli ostacoli e i malintesi, è talmente forte che nessuno dei due si stupisce a sentire le guance dell’altro farsi improvvisamente umide.

Presto però i desideri repressi per anni emergono prepotenti dagli abissi in cui erano stati sepolti e, quasi inconsciamente, in un istante di lucidità, entrambi si afferrano al bouquet di rose, per frenare quelle mani che fremono per raggiungere territori che non possono essere esplorati in un luogo pubblico.

E con un sussulto improvviso, Gaetano interrompe quel bacio, incontrando gli occhi umidi di Camilla che riflettono i suoi. Rimangono così per qualche istante, fino ad arretrare di un passo e abbassare lo sguardo a osservare, con un sincronismo quasi perfetto, quei fiori vermigli vittime innocenti della loro foga amorosa.

Il sorriso imbarazzato di Camilla si increspa quando nota un'altra pennellata di rosso sulla mano destra di Gaetano. Senza dire una parola, la afferra ed esamina il rivolo di sangue che scorre lento e inesorabile dalla punta del dito indice.

Un suono indistinto e gutturale è l’unica reazione che riesce ad avere Gaetano quando sente il calore e l’umidità della bocca di Camilla chiudersi intorno alla piccola ferita. No, decisamente non è l’unica reazione, e proprio per questo ritira rapidamente la mano, prima che accada qualcosa di irreparabile.

“Camilla!” riesce ad articolare finalmente, quasi rantolando, guardandola negli occhi che brillano divertiti e maliziosi, “se il tuo intento è quello di farmi impazzire, sappi che ci stai riuscendo.”

“Ha parlato l’anima candida e innocente,” ribatte lei scoppiando a ridere, “almeno ora sai come mi sentivo io ad essere oggetto delle tue continue avance a cui non potevo cedere, anche se morivo dalla voglia di farlo.”

Gaetano è ammutolito e completamente spiazzato di fronte a questa confessione e a questa Camilla giocosa e senza filtri e gli appare davanti una visione nettissima, quasi reale, di una Camilla Baudino adolescente.

“Che cosa c’è, Gaetano? Non ti piace provare a metterti per una volta nei miei panni?” continua a punzecchiarlo lei divertita, cercando di risvegliarlo dal suo improvviso mutismo.

“Ad essere sincero, i panni preferirei toglierteli, professoressa.”

Stavolta è Camilla ad ammutolire per qualche secondo, per poi sospirare, assestandogli un leggero colpo sul petto.

“Ecco, lo vedi, sei davvero incorreggibile! Mi sa proprio che le borsettate non basteranno. Dovrò attrezzarmi con uno spray al pepe, o meglio, dovrò chiedere a Torre di procurarmi uno sfollagente.”

“Meglio di no, Camilla, altrimenti poi dovrei arrestarti,” ribatte Gaetano senza battere ciglio, per poi aggiungere malizioso, “a ben pensarci però, la prospettiva dei domiciliari non è niente male.”

E mentre Camilla sente il volto avvampare, ricordando i suoi recenti sogni carcerari a base di manette, la tensione tra loro ritorna talmente forte da potersi tagliare con un coltello. Sentono entrambi il bisogno impellente di una doccia gelata.

Per una volta lo squillo del cellulare è quindi quasi provvidenziale.

“Era Torre, Camilla, devo andare alle Vallette…”

La donna annuisce e ritornano in silenzio al parcheggio e alla realtà. Troppo rapidamente si ritrovano davanti alla macchina di lei e Gaetano sembra esitare.

“Che cosa succede adesso, Camilla?” le chiede, con una voce cauta e quasi timorosa.

“Succede che dovrò parlare con un bel po’ di gente nei prossimi giorni… Renzo, Livietta, mia madre…”

Anche Camilla è improvvisamente seria: quelli che l’aspettano saranno forse i giorni più difficili della sua vita. Sa benissimo che non esiste una maniera giusta e indolore per terminare un rapporto durato così tanti anni. La spaventa soprattutto la reazione di Livietta, anche se la rassicura il fatto che sia già sopravvissuta alla prima separazione tra lei e Renzo ma… è in un’età così delicata.

E per bene di sua figlia deve cercare di recuperare un rapporto civile con Renzo, di salvare quello che resta dell’affetto e della complicità che per tanti anni avevano fatto da collante al loro rapporto. Dopo la violenta lite di ieri sera non l’ha più rivisto ma l’ha sentito uscire praticamente all’alba. Sa di avere esagerato, di avergli vomitato addosso tutta la rabbia e la frustrazione accumulate non solo per quest’ultimo episodio, ma anche durante la prima separazione. Sa di aver mirato alla gola, di aver attaccato per ferire, assecondando il demone dagli occhi verdi che le sussurrava di fargli provare lo stesso dolore, la stessa delusione, la stessa umiliazione.

“Sei sicura Camilla? Sei davvero sicura di volerlo fare? Se ti serve altro tempo… se sei ancora sconvolta per ieri io…”

“Gaetano…” sospira lei, intenerita dalla fragilità che percepisce nella voce dell’uomo, “ma certo che sono sicura! E credimi, in pochi momenti nella mia vita mi sono sentita tanto lucida. A meno che tu non ti sia già stancato di me, perché in quel caso sei ancora in tempo per tornare indietro…”

“Fossi matto!” esclama lui con un sorriso, per poi aggiungere in un sussurro, “è che mi sembra tutto ancora un sogno e ho paura di svegliarmi.”

“Lasciamo stare i sogni che è meglio, fidati,” ribatte Camilla arrossendo divertita, “e tu cosa pensi di fare?”

“Beh, spiegherò ad Eva la situazione… A Tommy credo non servirà spiegare nulla, sarà entusiasta, lo sai che ti adora!”

“Mi sa che mi stai confondendo con Potty,” replica Camilla con un sorriso, per poi farsi seria, “però Gaetano, sai, non credo sia una buona idea comunicarlo ora alla tua ex moglie. Ho come l’impressione di non starle particolarmente simpatica e non vorrei che per questo facesse precipitare le cose e si portasse davvero via Tommy.”

“Eva è molto gelosa del rapporto che si è creato tra te e Tommy e forse ha intuito qualcosa anche su noi due, non so… Però non ha alcun diritto di dirmi chi posso o non posso frequentare e non ho alcuna intenzione di doverti nascondere come se stessimo facendo qualcosa di male.”

“Gaetano non sto dicendo che dobbiamo nasconderci per sempre, anzi, ma che forse è meglio aspettare che Eva torni stabilmente in Italia, in modo che possiate discuterne con più calma e serenità, senza migliaia di chilometri di mezzo a peggiorare la situazione.”

“Quindi fino a che Eva non sarà partita e tu non avrai risolto la tua situazione familiare, noi due rimaniamo in stand-by…”

“Credo sia la cosa migliore…”

Si ritrovano stretti in un forte abbraccio, senza bisogno di parlare, facendosi coraggio per le dure prove che dovranno affrontare nei giorni a venire e promettendosi vicendevolmente che si ritroveranno ancora insieme, uniti, alla fine del tunnel, qualsiasi cosa accada.

Edited by Soul of Paper - 16/10/2013, 20:52
 
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g-lisa09
view post Posted on 17/10/2013, 09:22     +1   -1




Bella...bella...bella...la tensione erotica tra i due è palpabile necessita una risoluzione.
Questa separazione però... non so perchè ma mi sembra non porti neinte di buono...
Non vedo l'ora di leggere il seguito. ;)
 
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view post Posted on 17/10/2013, 11:16     +1   -1
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"quell’ansia sottile ma incessante che la invade ogni volta che lui è lontano, come se un timer nascosto nel suo corpo contasse le ore, i minuti e i secondi prima di poterlo rivedere..."

"Il sorriso di Camilla, così luminoso e ampio, senza riserve, lo porta a tirare un sospiro di sollievo: lei gli crede, gli crede davvero e Gaetano comincia a vedere una luce in fondo al tunnel, a sentire che tutto ciò che ha sempre desiderato è lì, a portata di mano. Forse sono finalmente entrambi nello stesso posto e nello stesso momento, dopo tanti anni passati a rincorrersi."

che narrativa ragazzi, bravissima. Leggerti è un piacere per gli occhi e per il cuore...che emozioni ...
 
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Soul of Paper
view post Posted on 17/10/2013, 11:16     +1   -1




@ Lisa: grazie mille! Del resto mi sa che a tutte e due piacciono le storie d'amore a base di una tensione sessuale detta e non detta che va avanti per una vita (vedi House e Cuddy).

Per la separazione vedremo... sicuramente ho molti meno vincoli degli autori veri, quindi la risoluzione alla fine sarà positiva, ma come è realistico che sia, date le circostanze, ci saranno ancora degli ostacoli sul loro cammino.

Sto scrivendo il quarto capitolo in attesa anche della puntata di stasera che prego mi sorprenda in positivo e renda quasi inutile ogni fanfiction (anche se la continuerò e finirò qualsiasi cosa accada ovviamente), ma nel caso la serie finisca in maniera deludente almeno avrò un modo per "consolarmi" e tenermi impegnata anche nel periodo di astinenza che segue la fine della stagione di una serie che ci piace xD.

edit:

@ Sammy

Oddio, mi hai scritto delle cose stupende, mi fai arrossire :). Sono quasi senza parole e non so come ringraziarti (e considerato quanto parlo e scrivo io è raro xD): non sai quanto mi motivi un commento del genere, soprattutto da una persona come te che di narrazione se ne intende e che ho potuto constatare ha uno spirito critico in materia ben sviluppato :)
 
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Soul of Paper
view post Posted on 18/10/2013, 15:02     +1   -1




Ed ecco qui il quarto capitolo, dal titolo assolutamente autoesplicativo xD.

L'ho iniziato prima di vedere la puntata di ieri sera e ho ripreso a scriverlo con ancora un po' di amaro in bocca, ma devo dire che mi ha aiutata molto a distrarmi xD.

Per quanto riguarda i prossimi capitoli ho già in mente una trama molto ben definita, settimana prossima sarò poco presente per ragioni lavorative, ma penso di pubblicare ancora un capitolo questo weekend, se ce la faccio e poi uno il prossimo weekend. Poi gli update torneranno più frequenti.

Capitolo 4 “Eva contro Eva”

Né il rumore del traffico, né la guida abbastanza “sportiva” del tassista riescono a ridestarla dalla coltre di pensieri nei quali è immersa. E nemmeno riescono a scalfire la determinazione quasi maniacale e febbrile che si è impossessata di lei quando i pezzi del puzzle si sono incastrati e le hanno rivelato la verità.

Il disegno, l’occhiolino di Tommy, la sua strana insistenza, il drago che già una volta aveva “dimenticato” a casa sua per “tornare a riprenderlo”: tutto torna e si maledice per non averci pensato prima, assorta com’era nei suoi problemi, per non aver dato ascolto a quella strana inquietudine che aveva provato quando aveva ritrovato il pupazzo di peluche, per avere attribuito tutto alla tensione di questi giorni.

E dire che di segnali il suo sesto senso gliene aveva lanciati eccome: al ricevere la notizia dell’improvvisa partenza di Eva, non aveva avvertito il sollievo che si aspettava di provare, per quanto non fosse un sentimento nobile. Gaetano se ne era accorto e si era perfino scusato, giustificandosi per non averla avvertita prima, mal interpretando il suo turbamento. Del resto nemmeno lei era riuscita ancora a parlare con la sua famiglia: tra la visita di Savino e Chiara, lo spavento di sua madre in balia del “Fantasma dell’Opera”, il suo rocambolesco arresto e il provvidenziale salvataggio da parte di Gaetano, aveva trascorso, tanto per cambiare, più tempo in compagnia del vicequestore che a casa. E non era facile stargli così vicino mentre erano in questo “stand-by” autoimposto, non era facile per niente.

Ma ora un solo pensiero la ossessiona, un’unica idea fissa si è fatta largo nel caos mentale di queste ultime ore: fermare Eva. Non c’è spazio nella sua mente per il dubbio, per l’esitazione, per farsi bloccare da “piccoli dettagli” come l’essere inopportuna o il rischio concreto di giocarsi per sempre la benché minima possibilità di un rapporto civile con l’ex moglie di Gaetano. Vede davanti agli occhi lo sguardo di Tommy quella mattina, implorante e fragile, vede il terrore di Gaetano alla prospettiva di perdere quel rapporto così delicato con suo figlio, costruito con tanta fatica, e sa di non poter far finta di niente.

Scende dal taxi appena le ruote si fermano, urlando al tassista di aspettarla lì. Spera di trovarli in tempo, di non dover cercare per tutto l’aeroporto, che non abbiano già superato la barriera oltre la quale lei non può andare. Qualcuno sembra ascoltare le sue preghiere perché, nemmeno a farlo apposta, se li ritrova davanti appena raggiunge l’ingresso dell’aeroporto.

Il bimbo le corre incontro subito e lei non può fare a meno di sorridere mentre se lo bacia e gli restituisce il peluche, nonostante Eva la fulmini con lo sguardo. L’ex moglie di Gaetano sembra incarnare perfettamente gli stereotipi della donna di ghiaccio: bellissima ma algida. “Tutto il contrario di me” non può fare a meno di pensare Camilla per l’ennesima volta. Come non può fare a meno di chiedersi che tipo di moglie fosse Eva, se mostrasse il suo lato più dolce anche con Gaetano o se si “sciogliesse” solo con Tommy. Ma blocca sul nascere questi pensieri, prima che scivolino in territori pericolosi per la sua salute mentale.

“Senta, ma si può sapere perché mi ha seguita? Cosa vuole fare? Insegnarmi a fare la madre?” sibila Eva, sferrando subito il primo attacco, senza perdersi in convenevoli.

“No,” è la risposta di Camilla, che cerca di mantenere il tono più tranquillo e neutro di cui è capace. Sa che dovrà fare uso di tutta la sua diplomazia se vuole avere qualche speranza di farsi ascoltare da Eva e di non far degenerare le cose.

“Mi sta forse giudicando?” la provoca la svedese in tono di sfida.

“Giudicarla perché vuole stare con suo figlio? Ma non ci penso nemmeno! Se lei vuole seguire il suo lavoro, - e fa benissimo! – penso solo che forse potrebbe provare a lasciare Tommy con Gaetano, che ha molta voglia di occuparsene.”

“Ah, sì? E sentiamo, come?”

“Bene, se ne occupa bene,” cerca di spiegare pazientemente, senza cedere di fronte all’atteggiamento indisponente di Eva, “lo so che per un sacco di tempo non c’è stato, però adesso c’è e soprattutto ha intenzione di esserci.”

“Magari con lei, eh?” ribatte Eva con un mezzo sorriso sarcastico e lo sguardo tagliente come una lama affilata.

“Guardi, Gaetano è perfettamente in grado di prendersi cura di Tommy, con me o senza di me. Mi creda, so benissimo che Tommy ha già una madre e un padre che adora e che lo adorano e non ho alcuna intenzione di intromettermi nel vostro rapporto. E’ vero, mi sono molto affezionata a suo figlio: ha cresciuto un bambino davvero meraviglioso ed è impossibile non volergli bene e se Gaetano o Tommy avessero bisogno di qualsiasi cosa e io potessi aiutarli beh, sarei felice di farlo, ma questo non significa assolutamente che voglia appropriarmi di un ruolo che non mi compete. Oltretutto ho già una figlia in piena adolescenza che, le garantisco, mi basta e avanza.”

Eva rimane a fissarla per qualche istante che sembra eterno, come se stesse valutando se graziarla o meno.

“Ma c’è qualcosa tra lei e Gaetano, non è vero?”

“Gaetano è una persona molto importante per me, ma non abbiamo una storia al momento e lui non è mai stato il mio amante, se è questo che vuole sapere,” replica Camilla dopo un secondo di esitazione, decidendo di mettere a frutto l’esperienza acquisita in anni di omissioni sul filo del rasoio.

“Al momento… e in futuro?” ribatte Eva, senza perdere un colpo e senza smettere di trafiggerla con quegli occhi di ghiaccio. Gaetano aveva perfettamente ragione a dire che fosse una donna molto intelligente, su questo non c’era alcun dubbio.

“Forse di questo dovrebbe discuterne con lui. Non voglio entrare in cose che non mi riguardano.”

“Beh, per questo mi sembra un po’ tardi ormai, non le pare? E se lei farà parte della vita di Gaetano, farà parte anche della vita di mio figlio e quindi queste ‘cose’ la riguardano e mi riguardano eccome.”

“Senta, ho provato per esperienza come ci si sente ad essere una madre separata con un figlio e ricordo perfettamente quanto fossi preoccupata di cosa sarebbe successo quando mio marito si fosse rifatto una vita e di quale tipo di donna avrebbe potuto portare nella vita di mia figlia. Quello che posso dire è che Gaetano è un uomo intelligente e sono sicura che non permetterebbe mai a una donna, chiunque essa fosse, di intromettersi tra lui e Tommy o di fare del male a vostro figlio. Per quello che mi riguarda, le garantisco che, qualunque sia il tipo di relazione che potrò avere in futuro con Gaetano, non inciderà in alcun modo sul rapporto che c’è tra Gaetano e Tommy o tra lei e Tommy.”

“Ma questo non è vero, Camilla, perché è già successo. Lei è arrivata a Torino e, guarda caso, Gaetano all’improvviso ha deciso di iniziare a fare il padre, di prendersi le sue responsabilità. Io non ci credo alle coincidenze.”

“Gaetano ha iniziato a fare il padre perché lei gli ha affidato Tommy, non di certo perché io ero nei paraggi,” ribatte Camilla, non potendo fare a meno di pensare che almeno una cosa in comune Gaetano ed Eva ce l’avevano, dopotutto.

“Guardi che Tommy mi ha parlato di tutto il tempo che lei ha passato con loro, di essere stato perfino ospite a casa sua per diversi giorni, quando Gaetano era impegnato… Quindi non mi venga a dire che la sua presenza non ha avuto alcun effetto sulla vita di mio figlio, perché non ci credo.”

“Però, se anche così fosse, non mi sembra che gli effetti siano stati negativi, no?”

“No, in effetti no… finora! Ma lei ha un ascendente, un potere pazzesco su mio figlio, per non parlare di Gaetano. E questo, sinceramente, mi spaventa molto.”

“Non credo di avere questi poteri di cui lei parla, ma, anche se li avessi, le posso solamente garantire per l’ennesima volta, che non li userei mai per fare del male a suo figlio o a Gaetano o a lei. Capisco che lei possa non credermi… Le chiedo solo di darmi la possibilità di dimostrarle, con i fatti, che non ha nulla di cui temere.”

“Se c’è la vita di mio figlio di mezzo, non posso permettermi di fare esperimenti e di sbagliare,” ribatte Eva, decisa, con lo sguardo fiero di una leonessa pronta a qualsiasi cosa per difendere il suo cucciolo.

“Lo capisco,” sussurra Camilla, sostenendo quell’occhiata che sembrava volerle scavare nell’anima, per poi aggiungere in un tono più deciso, “ma questa situazione è solo temporanea, no? Ben presto lei tornerà dai suoi viaggi e Tommy trascorrerà la maggioranza del suo tempo con lei, quindi potrà vigilare e controllare di persona.”

“Appunto!” sbotta la svedese, per poi aggiungere dopo un attimo di pausa, in tono provocatorio, “senta, Camilla, se le dicessi che sono disposta a lasciare Tommy con Gaetano, a patto che lei non li frequenti e si faccia da parte fino al mio ritorno, lei cosa farebbe? Prima di rispondermi, consideri che Tommy è come un libro aperto per me e che saprò immediatamente se lei non dovesse mantenere la parola data.”

“In questo caso, le rispondo che se si trattasse, per il bene di Tommy, di non frequentare Gaetano per qualche mese, sarei disposta a farlo, anche perché sono certa che Gaetano capirebbe e mi appoggerebbe, dato che il rapporto con suo figlio è la cosa più importante per lui. Ma se mi sta chiedendo di chiudere la porta in faccia ad un bimbo così piccolo, di dover improvvisamente cominciare a farmi negare e a rifiutarlo se volesse passare del tempo con me o con il mio cane, beh, sinceramente, se lo può scordare!”

E con tutta la dignità e la pazienza che le rimane, saluta Tommy, augura ad entrambi buon viaggio e se ne va a testa alta, sotto lo sguardo sconcertato di Eva.

***************************************************************************************

“Camilla!!!”

“Tommy…” riesce solo a sussurrare, sollevata, sentendo il dolce peso di quello scricciolo arrivarle addosso come un fulmine, gettandosi tra le sue braccia.

Gaetano non può fare a meno di osservare questa scena con occhi lucidi: suo figlio e la sua Camilla, stretti in un fortissimo abbraccio. Come non può fare a meno di provare una fitta al petto nel vedere il sorriso sul volto di Camilla: il sorriso più ampio e sincero che lui abbia mai visto in vita sua.

“Mamma ha detto che torna presto, poi io vado con lei, adesso però posso restare con papà, Potty e con te,” esclama Tommy con una fierezza che fa sciogliere entrambi gli adulti presenti.

“Li ha detti in ordine di importanza,” ribatte Camilla, facendo ridere Gaetano.

La “Lucianona” si porta via Tommy offrendogli un gelato e Gaetano fa cenno a Camilla di avvicinarsi un attimo, portandola in un angolo del corridoio.

E, incurante degli sguardi dei passanti e della presenza di Savino, che sembra studiarli incuriosito, la stringe a sé, più forte che può. La sente irrigidirsi solo per un secondo, per poi lasciarsi andare tra le sue braccia.

“Dio, Camilla, quanto ti amo,” le sussurra all’orecchio, facendola tremare, “grazie, amore mio, grazie!”

“Gaetano…” bisbiglia lei, cercando di trattenere le lacrime, “ti amo anch’io, non immagini quanto.”

Per Gaetano la battaglia è invece persa in partenza: sentire per la prima volta quelle due parole uscire dalle labbra di quella donna che ama disperatamente da così tanti anni, dell’unica donna che avesse mai amato, rende tutto improvvisamente reale, tangibile e solo il luogo e le circostanze gli consentono di frenare l’impulso irresistibile di baciarla, di caricarsela in braccio e portarsela in un luogo dove potesse finalmente esprimere liberamente tutto quello che sente per lei.

“Non so cosa tu abbia detto a Eva,” riesce infine a dire, separandosi da lei con uno sforzo quasi sovrumano, “ma quando sono arrivato in aeroporto mi ha restituito i bagagli di Tommy, mi ha detto ‘la tua Camilla è una donna con le palle’, ha dato un bacio a Tommy e se ne è andata.”

“Beh, detto da lei è un gran complimento: la tua ex moglie è una leonessa, ho seriamente temuto per la mia incolumità,” risponde Camilla ridendo, per stemperare la tensione.

“Non me ne parlare… Comunque direi che a questo punto non sarà più necessario chiarirle la situazione al suo rientro, mi sembra che abbia già capito tutto…”

“E’ una donna intelligente Gaetano… io ho cercato di sviare l’argomento e non sbilanciarmi, ma mi ha dato del filo da torcere: dovreste assumerla per condurre gli interrogatori!”

“Di nuovo, non me ne parlare… Però devo ringraziarti doppiamente professoressa, perché mi hai liberato da una bella spada di Damocle,” ribatte Gaetano in tono altrettanto divertito.

“Sai che è ironico? Dovevo parlare con la mia famiglia e invece…” lascia la frase in sospeso, sapendo che, con la partenza di Eva, l’urgenza di chiarire tutto con Renzo, Livietta e Andreina è aumentata in maniera esponenziale e sentendosi atterrita da ciò che potrebbe succedere.

“Già… se vuoi per par condicio mi offrirei di parlare io con Renzo, ma temo che i risultati non sarebbero altrettanto buoni,” scherza Gaetano facendola ridere di nuovo.

“Non me ne parlare…” ribatte Camilla, facendogli volutamente eco, anche se non riesce a mascherare del tutto l’agitazione, malgrado i tentativi di Gaetano di sciogliere la tensione.

“Camilla, guarda che puoi prenderti tutto il tempo che ti serve: non ti sto puntando una pistola alla tempia e mi fido di te, mi fido di quello che c’è tra noi. Certo, non sarà facile resisterti, professoressa, ma ti ho aspettata per tanti anni, posso aspettare qualche giorno in più…”

“Grazie…” è l’unica cosa che riesce a sussurrare Camilla, accarezzandogli il viso, nuovamente commossa.

“E adesso che ne dici se andiamo a far confessare quegli spacciatori?” propone Gaetano, cercando di distrarla con le sue amate indagini.

E fermandosi a recuperare Savino, che li osserva con un sopracciglio alzato e con un’aria di chi ormai non si sorprende più di nulla, si avviano a passo deciso verso l’ufficio di Gaetano.
 
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Soul of Paper
view post Posted on 19/10/2013, 10:17     +1   -1




Ed eccoci qui al quinto capitolo, che rappresenta un po' la chiave di volta di questa storia: da qui in poi ci saranno riferimenti agli accadimenti dell'ultima puntata, da cui ho cercato di prendere spunto, ma la "deviazione" diventerà sempre più marcata e evidente.

Ammetto che questo capitolo è quello su cui sono più apprensiva: l'argomento trattato è molto "delicato" e ho cercato di essere il più realistica possibile e di rispettare le personalità dei personaggi, ma non so se ci sono riuscita.

Fatemi sapere voi cosa ne pensate...

Capitolo 5 “I don't need your reasons!”

“Dove stai andando?”

Camilla è appena tornata dall’ospedale, dopo aver visitato una “Madame Mille Lire” improvvisamente ringiovanita di vent’anni. Era impossibile non identificarsi un poco in quella coppia di amanti che si ritrovano dopo tante peripezie e, mentre raccontavano della “Tosca Galeotta”, episodio con vaghi echi Danteschi, lei e Gaetano si erano scambiati un lungo sguardo d’intesa. “Almeno tu non ti sei mai finta morta,” aveva perfino osato commentare il vicequestore, facendole l’occhiolino, mentre tornavano a casa in macchina, guadagnandosi un meritato pugno sul braccio, seguito da un bacio sull’angolo della bocca che per poco non causa un incidente stradale.

Ma ora, entrata in camera da letto, si ritrova davanti Renzo con la valigia in mano ed ogni traccia di felicità, di leggerezza evapora completamente: sa che il momento tanto temuto è arrivato. Non può più rimandare e si sta giocando tutto: il rapporto futuro con Renzo ma anche e soprattutto quello con sua figlia.

“In albergo, in un appartamento, non lo so… Mi sembra che questa situazione sia già abbastanza insostenibile e non credo abbia alcun senso che io rimanga qui a dormire sul divano.”

“Renzo, per favore, sediamoci e parliamone con calma.”

“Adesso vuoi parlarne con calma, Camilla? Dopo tutte le ‘gentilezze’ che mi hai detto l’altra sera? Da quanti anni ci conosciamo io e te? Abbiamo condiviso quasi tutto, dovresti conoscermi abbastanza per sentire se ti mento o meno e credimi, il non essere creduto… non lo sopporto.”

“Beh, forse dovresti chiederti perché faccio fatica a crederti,” sbotta Camilla prima di potersi trattenere, pentendosi immediatamente delle parole uscite dalla sua bocca.

“Ah sì? E io cosa dovrei dire allora della tua ‘amicizia’ con il nostro amato vicino? Tu mi hai detto che non ci stai a passare per colpevole, Camilla ma, sai che c’è? Nemmeno io ci sto a prendermi tutte le colpe. E’ vero, ti ho lasciata io, è vero mi sono messo con Carmen ed è successo tutto quello che è successo, ma vogliamo parlare di cosa si prova a vedere che la propria moglie passa intere giornate in compagnia di un altro? Che preferisce cento volte la compagnia dell’altro piuttosto che stare con te? Tu hai cominciato a giocare col fuoco, Camilla, non io. E non appena hai rivisto il tuo amato poliziotto tutto è ricominciato come prima, PEGGIO di prima. TE LO SOGNI PURE LA NOTTE! Sai cosa si prova, Camilla, a sentire la propria moglie che pronuncia il nome di un altro mentre dorme accanto a te? A sentire che sei un peso, un terzo incomodo e che lei preferirebbe stare da tutt’altra parte? PASSI TUTTE LE GIORNATE NEL LORO APPARTAMENTO E DEDICHI MOLTE PIÙ ATTENZIONI A UN BAMBINO, CHE PURTROPPO NON È IL TUO, CHE A TUA FIGLIA!”

“QUESTA È UNA BATTUTA DI PESSIMO GUSTO, RENZO, E POTEVI PURE RISPARMIARTELA! SE VUOI INSULTARMI, SE VUOI PRENDERTELA CON ME, FALLO PURE, MA LASCIA TOMMY FUORI DA QUESTA DISCUSSIONE!” grida Camilla, non riuscendo più a trattenersi dall’alzare la voce.

“State litigando?” li interrompe Livietta, con un tono tra l’arrabbiato e l’addolorato, squadrandoli con quei suoi occhioni azzurri che sembrano essere sull’orlo delle lacrime.

“NO!” sbottano entrambi all’unisono, per poi guardarsi e rendersi conto che la frittata ormai è fatta.

“Volevo solo dirvi che esco…” ribatte la ragazza, che sembra sempre più amareggiata e delusa, “esco con Greg.”

E il ragazzo fa capolino dalla porta, avendo l’aria di chi preferirebbe essere da tutt’altra parte.

“Va bene,” risponde Camilla, pensando che probabilmente è meglio che lei e Renzo possano “parlare” da soli, evitando di coinvolgere Livietta in questa discussione che potrebbe degenerare da un momento all’altro.

“Vado con lui, ciao!” si congeda la ragazza, fulminandoli con lo sguardo.

Aspettano in silenzio il suono della porta che si chiude, per poi guardarsi nuovamente, gli occhi improvvisamente pieni di tristezza, più che di rabbia o di rancore.

“Renzo, ascoltami, sediamoci e parliamone civilmente, come le persone adulte che siamo. Se non vuoi farlo per me, per tutto quello che c’è stato tra noi, fallo per tua figlia.”

L’uomo sospira e lentamente lascia la valigia e si siede su quel letto che è stato testimone della loro breve vita matrimoniale torinese: a nessuno dei due è sfuggito il fatto che quel verbo la professoressa l’abbia coniugato al passato.

“Scusami, ho esagerato,” sussurra Renzo e Camilla è colpita per l’ennesima volta dalla somiglianza tra Livietta e suo padre: quegli occhi bellissimi e tristi sono praticamente identici.

“No, scusami tu, ho esagerato anche io… l’altra sera e stasera… Non avrei dovuto dirti quelle cose e non le penso veramente, ma mi sentivo ferita e…” risponde Camilla in un tono altrettanto basso.

“Quindi mi credi?” chiede Renzo, mentre una luce di speranza si fa largo sul suo volto.

“Renzo, non penso che abbia più importanza, se io ti credo o meno,” ammette Camilla, abbassando lo sguardo.

“Ma certo che ce l’ha!” esclama Renzo, per poi ritornare a controllare il tono di voce, “cosa stai dicendo, Camilla?”

“Sto dicendo che il fatto che io ti creda o meno non cambia la realtà delle cose. Sai una cosa Renzo? Tu hai perfettamente ragione su tutto, riguardo a me e Gaetano. Hai ragione: ho anche io la mia parte di colpe e sono disposta a prendermi le mie responsabilità e ad affrontarne tutte le conseguenze. Ma anche tu… appena arrivati qui passavi tutte le tue giornate a sospirare perché ti mancava Carmen… Tanto che alla fine ho dovuto pure dirti di chiamarla, di farla tornare, sperando che avessi il buon gusto di non farlo, sperando di sbagliarmi ma invece… Invece non aspettavi altro. E lo sai tu cosa significa vedere che tuo marito non può vivere senza un’altra donna? Che se lei non c’è si sente perduto, inquieto, sull’orlo di una crisi di nervi? Che quando lei c’è è sereno, felice, in pace col mondo, mentre con te è in uno stato perenne di insoddisfazione?”

“Camilla, io ho bisogno di Carmen perché è un bravo architetto, non-“ prova a intervenire Renzo, ma Camilla lo blocca sul nascere.

“Renzo, con tutto il rispetto per l’abilità professionale di Carmen, lo sai anche tu che di bravi architetti è pieno il mondo… magari non pieno, ma capisci cosa intendo no?”

“Sì ma con Carmen c’è un’intesa che…”

“Appunto Renzo, a te mancava l’intesa che avevi con lei, non il rapporto professionale. Senti, non voglio rinfacciarti nulla, non è un rimprovero, è solo una constatazione della realtà. E la realtà è che non so quando e non so nemmeno per colpa di chi, qualcosa tra di noi è cambiato… Non siamo più quelli di una volta, non ci bastiamo più Renzo, non siamo più sereni: passiamo il tempo a lottare contro noi stessi, a covare tutta questa insoddisfazione, quest’ansia, questo risentimento e se continuiamo così distruggeremo tutto quell’affetto, quella complicità e quel rispetto che ci lega da sempre.”

“Camilla… è per Gaetano, vero? Tu lo ami…” mormora Renzo con aria di resa e non è una domanda, ma un’affermazione.

“Sì, amo Gaetano ma… Renzo ti prego!” esclama bloccandolo prima che si alzi e se ne vada, “tu puoi odiarmi, puoi non credermi se vuoi, ma io ti garantisco che ce l’ho messa tutta per trattenermi, per soffocare quello che provavo e che provo… Ma alla fine mi sono chiesta che senso avesse continuare a farlo. Tu mi puoi dare tutta la colpa Renzo, magari tu non ami Carmen, magari è solo un’idea che mi sono messa in testa io per sentirmi meno in colpa, ma il punto è che Gaetano e Carmen non sono la causa del problema, non solo, ma sono una conseguenza del fatto che qualcosa tra me e te non funziona più ed ha cominciato a non funzionare più tanti anni fa ed è andata sempre peggio…”

“Ma allora perché sei tornata con me, Camilla, perché?”

“Perché ti voglio bene, Renzo, ti voglio un bene dell’anima e non era facile per me accettare che… accettare che questo matrimonio fosse davvero finito. Io non rimpiango questi mesi, credo che se non ci avessi riprovato me ne sarei pentita per sempre, mi sarebbe rimasto il dubbio, il rimpianto. Ma purtroppo non ha funzionato e credo che sia arrivato il momento di riconoscerlo e fermarci finché siamo ancora in tempo.”

Renzo la guarda con gli occhi lucidi: avrebbe voglia di urlare, di darle la colpa di tutto, di andare a casa di Gaetano e spaccargli la faccia, ma sa perfettamente che sarebbe inutile. E una voce sottile e insistente che si fa largo nella sua mente gli sussurra che lei in fondo ha ragione e si odia per questo molto di più di quanto potrebbe odiare Camilla o il maledetto “poliziotto superpiù”.

E mentre i loro sguardi si incrociano, capiscono perfettamente che non c’è bisogno di dire altro, che è davvero finita.

“Come siamo diventati civili, tutto d’un colpo…” sussurra poi Renzo, guardandola malinconico, “mi faceva meno paura quando urlavamo, sai?”

“Renzo…” mormora Camilla, mettendogli una mano sulla spalla, ma l’uomo si scosta bruscamente.

“Scusami Camilla ma non ci riesco a farmi consolare da te, non in questo momento…”

E rimangono ancora in silenzio, a fissare un punto nel vuoto, per diversi minuti.

“Che pensi di fare ora?” trova infine il coraggio di chiedere Renzo, “avrai una storia con lui?”

“Sì… credo che dopo tutto questo tempo sia arrivata l’ora di darci una possibilità,” risponde Camilla con il tono più neutro possibile.

“Lo immaginavo… del resto è pure comodo, di fronte a casa: la scelta logistica perfetta per una bella famiglia allargata!”

“Renzo… Livietta è e sarà sempre tua figlia, e lo sai. Questo non cambierà mai, qualsiasi cosa succeda.”

“Potrò pure sforzarmi di essere civile, Camilla, ma non chiedermi di essere felice per te e il poliziotto, di non essere geloso quando lo vedo, di non provare rabbia o rancore nei suoi confronti…”

“Renzo, anche io sarò sempre un po’ gelosa di te e della donna che ti sarà accanto: anche se forse ora non mi credi, ti voglio davvero un bene dell’anima e ti ho amato per tanto tempo, non potrai mai essermi indifferente… Siamo stati insieme per una vita e questo non ce lo toglierà mai nessuno…”

Renzo scuote il capo, si avvicina al comodino e prende in mano una foto di loro due e Livietta, sorridenti e felici, tanti anni fa.

“E’ che non mi spiego come siamo arrivati da lì a qui, Camilla, tu me lo sai spiegare?”

“Vorrei avere una risposta, Renzo, ti giuro che vorrei averla, ma se ce l’avessi forse non saremmo a questo punto.”

Renzo annuisce, appoggia la foto e si avvicina alla valigia.

“E tu cosa farai, dove andrai a stare?” chiede di nuovo Camilla, cercando di contenere le lacrime.

“Non lo so… in albergo penso, ti farò sapere dove... Poi tra qualche giorno c’era in programma un eventuale viaggio a Londra e a questo punto… credo che mi fermerò qualche giorno in più. Ho bisogno di allontanarmi per qualche tempo, Camilla e poi si vedrà… Del resto ho ancora affari in sospeso qui a Torino, lo studio, quindi non posso stare via per molto… e poi c’è Livietta.”

“Già… Livietta,” sussurra Camilla, “dovremo dirlo a Livietta quando torna a casa.”

Senza dire una parola, si spostano entrambi nel salone e si siedono sul divano, attendendo il rientro della figlia, con la stessa espressione di chi sta attendendo il plotone di esecuzione.

Livietta non tarda ad arrivare, ma a Camilla e Renzo sembra passata un’eternità, prima che la porta si apra e si accenda la luce.

La ragazza li vede lì, seduti uno accanto all’altra, in quella stanza che prima era buia e non c’è bisogno che aprano bocca, lei già sa, sa tutto e il dolore, la rabbia, la frustrazione per tutti i trasferimenti, per quell’eterno tira e molla tra due adulti che si presume dovessero essere più responsabili di lei e che invece non avevano fatto altro che illuderla e poi deluderla negli ultimi anni, da quando erano partiti per Barcellona, o forse anche da prima, le salgono improvvisamente alla gola.

“Livietta, ti dobbiamo parlare…” esordisce Camilla, cercando di mantenere la voce ferma, e fallendo miseramente.

“Io e tua madre-“ cerca di intervenire Renzo, ma Livietta lo interrompe bruscamente, fulminandolo con lo sguardo.

“Vi separate di nuovo, non è vero?”

“Livietta lasciaci-“ prova ad aggiungere Camilla, ma senza riuscirci, perché Livietta ormai è un fiume in piena.

“LASCIARVI FARE COSA? LASCIARVI SPIEGARE? E cosa dovreste dirmi, sentiamo? Cose tipo che mi volete bene, che mi vorrete sempre bene, che ci sarete sempre, che non cambierà mai niente, che saremo sempre una famiglia? Dopo tutto quello che avete fatto? Dopo che mi avete sballottata come un pacco postale? Dopo che ogni volta che mi creavo delle amicizie voi cambiavate città, per seguire l’idea del momento? Dopo che ho dovuto sopportare tutti i vostri litigi, le vostre pause, le vostre recriminazioni? E prima state insieme, poi vi lasciate, poi, come mi comincio ad abituare all’idea, tornate insieme, poi adesso vi lasciate di nuovo. E che cosa sarà successo stavolta? Sarà per Carmen, sarà per Gaetano, per entrambi? BEH, LA SAPETE UNA COSA? NON ME NE FREGA NIENTE DELLE VOSTRE MOTIVAZIONI, NON ME NE FACCIO NULLA! Io non vi ho mai chiesto niente, non volevo che tornaste insieme a tutti i costi: volevo solo un po’ di coerenza, che prendeste una decisione e fosse quella! Quindi sinceramente a questo punto potete fare quello che vi pare: lasciatevi, tornate insieme, mettetevi con chi volete, basta che MI LASCIATE IN PACE UNA BUONA VOLTA! E IO DA TORINO NON MI MUOVO, E’ CHIARO?”

E, sotto gli sguardi impietriti dei genitori, scoppia a piangere e corre a chiudersi in camera sua, sbattendo la porta e girando la chiave nella serratura.

“Livietta!” prova a chiamarla Renzo, ma Camilla lo ferma.

“Adesso è inutile, dobbiamo aspettare che si calmi un po’…” riesce a dire tra le lacrime che non può più a trattenere. Non può nemmeno dire ad alta voce quello che pensa, cioè che spera che Livietta si calmi, perché ha una paura terribile che sua figlia non possa davvero mai perdonarli. Non l’aveva mai vista così arrabbiata, così decisa: non era una delle sue solite mattane adolescenziali, era davvero furiosa con loro.

E improvvisamente la crudele ironia la colpisce come un pugno allo stomaco: lei ha soffocato in tutti questi anni i suoi desideri, si è “sacrificata” credendo di fare il bene di sua figlia e invece… Invece l’ha solo fatta soffrire, ha solo peggiorato le cose. Ha continuato a riaprire una ferita che avrebbe potuto essere già rimarginata da tempo, e che invece ora rischia di diventare infetta, proprio quando Livietta è nell’età più delicata e pericolosa di tutte.

“Camilla, se vuoi posso restare stanotte, domattina le parliamo e…”

“Renzo, ti ringrazio, ma non so sinceramente se a questo punto vederti qui domattina, come se non fosse successo niente, migliorerebbe o peggiorerebbe le cose per lei… Non lo so…” riesce a dire tra i singhiozzi, mentre Renzo la guarda con un’espressione altrettanto spaventata e dubbiosa.

“Diciamo allora che passo domani nel pomeriggio, quando torna da scuola, ok?”

“Ok,” sospira Camilla, dubitando in cuor suo che Livietta domani ci vada a scuola.

“Se hai bisogno, chiamami.”

Camilla annuisce e Renzo prende la valigia e si avvia verso la porta. Quando la raggiunge si volta indietro e la guarda come se volesse imprimersela nella mente: in piedi in mezzo a quella stanza che lui aveva personalmente arredato, tra le pareti di quella che da quel momento in poi non sarà mai più casa sua.

Camilla non riesce a parlare, non riesce più a sostenere lo sguardo di Renzo e non può fare a meno di abbassare la testa. Quando la rialza, lui se ne è già andato, lasciando al suo posto una porta spalancata e il brillio delle sue chiavi che pendono dal buco della serratura.

E’ davvero finita.
 
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{Fra}
view post Posted on 19/10/2013, 11:00     +1   -1




Bellissimo capitolo davvero!! Ed era molto bello pure quello prima che ho letto solo adesso!! Bravissima cara omonima ahah ammetto che in questo capitolo sei quasi riuscita a farmi piangere...durante lo sfogo di livietta soprattutto!! Complimenti!!
 
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Soul of Paper
view post Posted on 19/10/2013, 11:26     +1   -1




Grazie mille Fra per le tue bellissime parole!

Sono contenta che il capitolo ti abbia emozionato: è stato davvero il più difficile da scrivere, ma credo abbia beneficiato molto della malinconia latente che ha pervaso l'ultima puntata. Ho cercato di lavorare su quella e sono felice se secondo te ci sono riuscita :)
 
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view post Posted on 20/10/2013, 00:45     +1   -1
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brava francesca! Le motivazioni dei personaggi hanno una logica così naturale in relazione ai fatti che gli accadono che (purtroppo) non sono riusciti a raggiungere nemmeno gli sceneggiatori della fiction vera o forse non gli è stato permesso, questo non lo sapremo mai. Mi spego meglio: è naturale il comportamento di livietta etuto il suo sfogo , seguito naturale e logico appunto a quello che ha passato. E' naturale e logica la reazione di renzo alle parole della moglie dopo tutto quello che hanno passato negli ultimi anni. E' naturele e logico la risposta di gaetano a non mettere fretta alla donna che ama da tanto ma del cui affetto ora si sente più sicuro. Tutto in linea con il carattere dei personaggi. Tutto esattamente così sarebbe dovuto essere se non ci fosse un misteriosa censura..ah ma se scopro il colpevole...poveretto lui o lei ahahhahha
 
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Soul of Paper
view post Posted on 20/10/2013, 11:16     +1   -1




Grazie mille Sammy, questa naturalezza e il realismo erano ciò che più volevo ottenere da questo capitolo ma erano i punti su cui temevo di più di fallire, quindi è bellissimo leggere che secondo te ci sono riuscita.

Non so cosa avrebbero voluto fare gli sceneggiatori, secondo me un po' le mani legate e i paletti ben fissi ce li hanno sempre avuti sul fatto che Camilla e Renzo alla fine devono stare insieme (anche perché ricordiamo che il soggetto è sempre della Oggero). Poi se sia per motivi di censura o perché davvero secondo loro questo è rispettare i personaggi e la loro natura o "la natura del prodotto" come citato dalla Pivetti in un'intervista non lo sapremo forse mai.

Diciamo che a volte mi sembra che sti personaggi nella fiction abbiano una doppia personalità; una che rimane per tutte le puntate e una che emerge sempre e solo sul finale, contraddicendo tutto quello che si è fatto fino a quel momento lì xD
 
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view post Posted on 20/10/2013, 11:59     +1   -1
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concordo perfettamente con quello che hai scritto alla fine. Si, c'è proprio un clamorso caso di doppia personalitò in camiila, solo lei ma essendo la protagonista, proprio da lei e dalle sue scelte dipendono le sorti degli altri personaggi.
Ha un comportamento per tutta la serie che va in una direzione e poi negli ulitimi cinque minuti è come se gli"attaccassero" la pellicola del finale di una altra storia. E a noi ci viene il dubbio se siamo visionarie o se "qualcuna" si è ampazzita...voglio dire sognare di far l'amore e di essere incinta di un altro che non è tuo marito, oltre a baciare quasi più di una volta nella realtà il su citato "altro", non mi pare in linea con la finale dichiarazione d'amore al marito...ma questo lo stiamo ripetendo allo sfinimento, però sia chiaro non per autoconvincerci di qualcosa che non c'è ma per protestare contro qualcosa che DEVE cambiare nella prossima serie, pena oltre al calo di audiance, un seeting a via mazzini ahahah
 
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Soul of Paper
view post Posted on 20/10/2013, 12:34     +1   -1




XD

Sì ma a me quello che lascia ancora più sconcertata sono certe dichiarazioni, tipo quelle della Pivetti quando dice che alla fine Camilla è la moglie che ogni uomo vorrebbe avere perché anche se è tentata alla fine torna sempre da lui. Eh?

Cioè finché si parla dopo secoli di matrimonio di un'attrazione per un altro o un'altra, una storia "fisica" e basta non dico che lo capirei (spero non mi capiti mai), ma tutto sommato il perdono ci potrebbe pure stare. Idem dire "ah, sei attratta da lui ma non ci sei stata a letto e hai resistito" (nella migliore delle ipotesi).

Ma qui non parliamo solo di lei che sogna di andarci a letto (cosa per cui effettivamente non serve un grande amore di mezzo), stiamo parlando di lei che sogna di farci un figlio, quindi di avere una famiglia con sto altro uomo. Non è una scappatella, lei ama un altro.

Quindi far passare il messaggio che sia fantastico e bellissimo stare con una persona che ama un altro o un'altra, basta che stia con me non sta né in cielo né in terra. Ma la dignità, il rispetto per se stessi, il rispetto per il proprio partner, il rispetto stesso per il matrimonio, quello vero, dove stanno?

Ma qui mi lancerei anche in discorsi anche sul doppio standard tra tradimenti maschili e femminili che troviamo non solo in PAP ma in un sacco di prodotti italici e quindi...
 
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Soul of Paper
view post Posted on 20/10/2013, 21:08     +1   -1




Ragazze non sapevo dove scrivere questo avviso e quindi lo scrivo qui.

Fino al prossimo weekend sarò via per lavoro e non avrò una connessione sicura a disposizione.

Quindi vi saluto fino ad allora e vi confermo che il prossimo capitolo arriverà sabato prossimo. Poi torneranno aggiornamenti frequenti anche se non garantisco sempre giornalieri come in questo periodo.

Per intanto vi ringrazio per il benvenuto che mi avete dato in questo forum e per avermi reso un po' meno amaro il finale di questa serie discutendone e confrontandomi con voi.

A presto :)
 
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g-lisa09
view post Posted on 21/10/2013, 09:57     +1   -1




Aspettiamo il tuo ritorno e il prossimo capitolo, questa storia mi piace molto anche perchè non è tutta rose e fiori ma sofferta come è giusto che sia .
Per quanto riguarda il personaggio di Camilla visto un tv concordo con voi su tutto, sembra davvero che soffra di bipolarismo.
A me è rimasto impresso il finale della 4 serie dove lei si butta tra le braccia del marito nell'ultimo minuto della puntata, una decisione sbucata dal nulla e purtroppo sembra che abbiamo seguito questa linea , anche se in maniera meno esagerata, anche in questa 5 serie.
Certe esternazioni di Camilla sembrano campate in aria completamente slegate dalla storia vista nelle puntate precedenti.
 
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§ Diletta §
view post Posted on 26/10/2013, 14:29     +1   -1




Tu... non so chi sei ma... grazie di essere arrivata! è meraviglioso!
 
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270 replies since 14/10/2013, 20:57   5406 views
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