Eccomi dunque con il prossimo capitolo
Pronti? Vai
Capitolo tredici - the silence of the lambs
Finalmente è sera, e tu sei qui accovacciata con Gaetano sul divano. Camilla se ne stava tra le braccia del suo commissario, sgranocchiando uno spicchio di mela e condividendolo con lui.
-Allora?
-Cosa?
-Cosa facciamo questa sera, prof?
-Direi di rimanere qui. io sono stanchissima, non so tu.
Gaetano annuì.
-Sai è stata davvero molto carina Benny a lasciarci da soli, portando con sé Tommy.
-Gaetano, Benny e Tommy sono nel mio appartamento... non sono mille miglia lontani da noi.
-Ma è pur sempre stata molto premurosa.
Camilla annuì, finendo l'ultimo pezzo di mela.
-Sai, oggi ho avuto modo di conoscerla meglio.
-Benny?
-Sì.
-E ti piace?
- MI ricorda molto l'adolescente che sarei voluta essere...
-Che saresti voluta essere? Mi stai dicendo che tu, la mitica prof, non hai avuto un passato così spensierato, allegro e frizzante come quello di Benny?
-Sì, ma non così. Insomma, mi sono presa delle rivincite fuori tempo massimo. Cose da adolescenti, che ho fatto ha trenta e passa anni.
-Ad esempio?
-Rispondere a mia madre. Ero già sposata con Renzo, e Livietta frequentava la prima o la seconda elementare.
-Intrigante| Quindi più il tempo passa, più la mia prof diventa ribelle e selvaggia! Potrebbe avere i suoi lati positivi sai?
Gaetano le accarezzò la guancia, e Camilla lo guardò ridendo.
-Scemo!
sussurrò, prima di baciarlo con delicatezza.
Poi si fermò un secondo a guardare il vuoto.
-Sai non mi sarei mai immaginata una cosa del genere.
-immaginata cosa?
-Che mia madre, avesse avuto una figlia in gioventù. Un'altra figlia.
-Beh, tua madre ha sempre avuto un bel caratterino, da quanto io possa ricordare.
-Sì, ma sai, è una cosa diversa. Insomma, tu e tua sorella vi conoscete, avete vissuto insieme...eravate a conoscenza l'uno dell'altro. Io di mia sorella non ho mai saputo niente; niente se non che ha dato alla luce una bambina, che adesso è diventata una bella ragazza, e che questa ragazza si è presentata alla mia porta...alla tua porta chiedendo di me.
Gaetano strinse Camilla più forte, e sospirò.
-Avrà avuto i suoi motivi per non dirti nulla Camilla. Le scelte dei nostri genitori a volte possono sembrare incomprensibili...ma hanno pur sempre un fondamento.
-Mi domando se mio padre ne fosse a conoscenza.
-Dato il cognome che porta Benny...direi di sì.
-E allora perché nemmeno papà mi ha mai raccontato nulla? Perché venirlo a sapere per caso? Benny di me sa molte cose, io di lei so pochissimo. Non so nulla.
-Motivo in più per conoscerla meglio e passare del tempo con lei. Camilla, Benny mi sembra una ragazza tutto sommato molto affettuosa, un po' svampita... ma una brava ragazza. Credo che anche lei voglia conoscerti. Non avrebbe fatto tanta strada per arrivare fino a Torino.
Lo sguardo di Camilla si fece un po' più cupo.
-A che cosa pensi?
-Penso...penso che forse Benny sia capitata nel momento più sbagliato che potesse esistere.
Quelle ultime parole colpirono nel profondo Gaetano, che si sentì il cuore farsi piccolo piccolo.
Se solo la sua Camilla fosse venuta a conoscenza del segreto che il resto della famiglia teneva per se.
-Magari Benny sarà un modo per non pensare a tutto questo fattaccio. In oltre noto che nemmeno lei nutra molta simpatia per Renzo o sbaglio?
-Mia madre deve averla condizionata in modo esemplare.
Calò il silenzio. Camilla poté sentire il suo cuore battere alla stessa velocità di quello di Gaetano. E la cosa le piacque.
Era tempo che non viveva più in quella pace. Contornata dall'amore di qualcuno che davvero la considerava quasi una dea. Una persona che la facesse sentire viva e speciale. Quella persona, che aveva atteso per quasi dieci anni. Il suo amico, il suo confidente, il suo compagno di disavventure. Il più bel vicequestore mai incontrato...così affascinante, un gentleman. Gaetano.
-Camilla, domani mi dovrò recare fuori Torino per lavoro.
-E allora? Sarai per ritorno per pranzo, vero?
-No, non credo che sia possibile. Ma spero di tornare prima di cena.
-Ah, capisco.
Camilla mise il broncio. Da quando si era avvicinata al Commissario, il suo comportamento si era fatto più giovanile, adolescenziale. Innamorata e alla prima cotta.
-Però ti prometto che tornerò presto, e poi passerò il resto del mio tempo con te.
-Dici sul serio? Niente Torre e niente Lucianona?
-Niente Torre e niente Lucianona.
-Niente telefono e chiamate?
-Niente di niente. Solo io e te, per il resto della vita.
Camilla fu molto colpita da quelle parole.
Di una cosa era sicura, Gaetano l'amava come non mai.
Eh....ma che bel principe azzurro!!Carmen ha proprio ragione Camilla, Gaetano è davvero muy caliente.-Addirittura?
rispose scherzosamente Camilla, con una dolce note di ironia.
-Camilla Camilla...non scherzare Camilla. Guarda che io sarei davvero disposto.
Anche lei lo sarebbe. Solo che non te lo dice perché è scema e ha bisogno dei suoi tempi.Rimasero accovacciati sul divano, mentre dall'altra parte del palazzo, nell'appartamento della prof, due individue si stavano rincorrendo passando di stanza in stanza come un'uragano.
-ARRIVANO GLI INDIANI!!!
-MA IO SONO LO SCERIFFO! FERMO E MANI IN ALTO!
-AHHH! BRACCATA DALLO SCERIFFO TOMMY!
Benny e Tommy si stavano divertendo come matti. il piccoletto indossava un gilet prestatogli dalla ragazza, e un'ampia stella da sceriffo. Cappelli da cowboy e una rivoltella finta in mano.
Un perfetto sceriffo.
Lei invece, si era legata la massa di ricci in due trecce un po' sfatte, e teneva sulla testa una piuma rossa.
In faccia due segni di colore blu orizzontali per guancia.
-Indiano Penna Rossa, adesso ti sparo!
-No! Abbi pietà di me sceriffo Tommy. Prometto che sarò brava!
-Allora dovrai pagare per la tua vita!
-Qualsiasi cosa!
Il bambino sorrise felice, mentre Benny si avvicinò di nascosto, per poi assalirlo da dietro, stenderlo sul tappeto, e iniziargli a fare solletico ai piedi.
-Nel nome della legge ti ordino di fermarti!
Risero a più non posso.
Continuarono il loro gioco ancora per un po', prima che Tommy decidesse di fare una pausa per mettersi a sedere sul divano.
Benny arrivò pochi minuti dopo con un bel bicchiere colorato in mano.
Dentro un contenuto color crema. Giallino, una sostanza densa.
-Che cos'è?
-Una cosa buonissima che sicuramente ti piacerà!
-Ma è un dolce?
-Tipo.
-Come devo mangiarlo?
-Bevilo, un sorso, e poi un altro. Sono sicura che ti piacerà. Si tratta di un dolce speciale per bambini speciali.
Tommy annuì, e bevve un primo sorso di quella "sbobba" dal colore simpatico.
Benny attese qualche secondo, prima di vedere la faccia gioiosa del bimbo berne un altro po'.
-Buono, che cos'è?
-Eh...mica te lo posso dire piccoletto. Altrimenti la magia sparisce.
-Ma papà me lo potrà fare?
-Certo. Ma gli devo tramandare il rituale di magia.
-E che magia gli devi tramandare?
-La ricetta. Non è mica così semplice creare questo intruglio.
Tzè! Latte freddo e banana refrigerata. Una cavolata assurda! -Ma un giorno me la insegni pure a me Benny?
-Un giorno te la insegnerò. Ma quando sarai più grande.
Benny si mese a sedere vicino al bimbo accarezzandogli i capelli.
-Benny?
-Si?
-Mi dispiace per oggi.
Gli occhi del piccolo Berardi si fecero grandi, e sinceri.
-E di cosa dovresti scusarti?
-Ti ho chiuso la porta in faccia.
-OH! Ma tranquillo. Guarda che succede a tutti.
-Non sapevo che fossi così simpatica. Greg è una noia mortale.
-Greg? Ah...sì, il tipo occhialuto che mi ha aperto la porta.
Tommy annuì.
-Posso farti una domanda?
-Certo! Anche più di uno.
-Ma tu sei figlia di Camilla?
-No! No no, sono solo una parente.
-Ma tu assomigli a Camilla.
-Perché la mia mamma era identica a Camilla.
-e quindi tu sei uguale alla tua mamma?
-Abbastanza. Con il tempo ci assomiglierò ancora di più. Adesso sono ancora fresca e giovane, e i lineamenti non sono ancora molto marcati...
-Ma allora perché Livietta non assomiglia a Camilla?
-Magari non ci assomiglia fisicamente...
-Ma tu sì.
-Beh, ma mica sempre è così. Livietta avrà preso dal papà. Renzo.
-Ma se Livietta a preso da zio Renzo, allora io da chi ho preso?
-Suppongo dalla tua mamma e dal tuo papà.
-Camilla dice che gli ci assomiglio tanto. Secondo te è vero?
Benny lo scrutò per qualche secondo con aria indecisa.
-Sei ancora troppo piccolo. Magari crescendo diventerai davvero bello come Gaetano.
-Ma se Camilla avesse un bambino, assomiglierebbe al mio papà, come io assomiglio a lui?
Oh mamma! Che bimbo precoce! Questo parla già di parti..altro che matrimoni e relazioni... lui è già alla parte applicativa!-Beh ma tesoro, non credo che il tuo papà e la tua mam...Camilla abbiano progettato di avere un bambino. Non al momento.
-E perché non potrebbero?
-Perché, per avere un bambino, la mamma e il papà devono prima stare insieme. Devono frequentarsi, e andare moooolto d'accordo.
-Ma loro due vanno molto d'accordo. E poi , sai la mia mamma non va molto d'accordo con il mio papà.
-La tua mamma...
-Eva.
-Ah! Eva. Eva la svedese. Sì, me ne hanno parlato.
-La mia mamma litiga spessissimo con papà, eppure io sono loro figlio.
-Beh, ma perché magari prima erano d'accordo e poi non lo sono più stati.
-E allora anche Cami e papà vanno d'accordo.
-Si, ma ... ma Camilla ...
Il bambino si accigliò un secondo, vedendo benny come annaspare nel mare, alla ricerca di una risposta soddisfacente.
-Senti, piccoletto, le cose stanno così : Per avere un bambino, prima ti devi sposare. E Gaetano e Camilla non sono sposati.
-Ma tu hai detto che si sposeranno!
-Io? Q..Quando l'avrei detto scusa?
-Oggi, hai detto che prima o poi papà avrebbe messo l'anello al dito di Camilla. Quindi vuol dire che stanno insieme e possono avere un bambino. E quindi vuol dire che io avrò un fratellino in arrivo...FICO!
Se la canta e se la suona! Quel bimbo è un vulcano in eruzione.Ma in effetti questa visione di famiglia allargatissima, piace pure a me! Anzi, io ho lanciato l'amo...e adesso...i pesci iniziano ad abboccare!-Beh, sì. Ma con calma. Sai ci vogliono nove mesi prima che la sorpresa arrivi.
-Nove mesi? Così tanti?
-Purtroppo sì.
-Ma quindi lo devo richiedere con tanto preavviso?
-Ma Tommy, Camilla mica è una macchina che sforna figli come conigli! le ci vuole tempo. E poi non è mica di primo pelo.
-Cosa vuol dire?
-Vuol dire che quando l'età si fa sentire, le donne hanno meno probabilità di avere bambini.
-E perché?
-Perché l'età avanza.
-E perché avanza?
-Perché altrimenti non compiresti mai gli anni, e per il tuo compleanno nessuno ti farebbe mai un regalo.
Tommy la stette ad ascoltare senza dire nulla.
Finì di bere il suo beverone, e posò il bicchiere sul tavolo.
-Ma quindi se io vado da Camilla e le dico che voglio avere un fratellino, lei me lo fa avere?
-Hemmmm... beh, non saprei. Dipende.
-Da cosa?
-Se fai il bravo , mangi la verdura e la frutta, vai a letto all'ora stabilita e non racconti bugie alle persone e vai bene a scuola.
-Sembra impegnativo.
-In effetti lo è. ma tu sei una persona giudiziosa e sono sicura che ce la farai.
-E per quanto tempo devo esserlo?
-Almeno tre mesi.
-Tre mesi? MA ... SONO TANTISSIMI!
-SHHHHH. non si urlano queste cose. Altrimenti il tuo desiderio non si avvera.
-Pfff...Va bene. E poi?
-Poi potrai andare da Camilla e farle la domanda.
-E se non rispetto tutte queste cose?
-Niente fratellino!
Tommy ammiccò. Abbassò lo sguardo, e stette per qualche secondo a riflettere. Aveva pochissimo tempo per decidere del suo futuro.
Alla fine alzò gli occhi e con aria determinata annuì con il capo.
-Va bene! Affare fatto!
Certo che ne ho di fantasia! Speriamo solo che questi due si diano una mossa prima delle calende greche!Tommy e Benny rimasero ancora un po' sul divano, fino a quando questi non le chiese di raccontarle una favola per poi dormire.
Cadde subito nelle braccia di morfeo. in quel sonno tranquillo e spensierato, che solo un bambino della sua età poteva avere.
Sognava una famiglia finalmente unita. Sognava della nuova arrivata, che le stava molto a genio. Sognava di Camilla e di Gaetano insieme, finalmente come una vera coppia. Sognava anche della mamma, non così dura, ma un pochino più dolce. Sognava lo zio Renzo e Livietta con Greg. Sognava di Torre e Lucianona intendi a portargli un pacchetto pieno di caramelle, e poi la magica bevanda che le aveva fatto sentire per la prima volta Benny.
Sentiva che qualcosa stava per cambiare, e forse non era solo un sogno.
Mentre il piccolo dormiva pacificamente, qualcuno finalmente rincasò.
Camilla chiuse la porta molto silenziosamente pensando che tutti stessero dormendo.
In realtà Benny si trovava seduta vicino al piano cottura sgranocchiando delle patatine alla paprika e osservando Potti che le faceva compagnia con una ciottola piena di crocchette.
Doveva essere mezzanotte passata.
-Tommy dorme beatamente nella stanza di Livietta.
si affrettò subito a dire la nipote scendendo dalla penisola.
Camilla annuì, sedendosi sul divano. Aveva l'aria completamente distrutta. Felice, ma esausta.
-Allora? Combinato qualcosa con Gaetano?
-Abbiamo parlato, e alla fine ci siamo addormentati.
-Insieme?
Camilla alzò lo sguardo con aria interrogativa.
-Intendo dire...
-No! Sul divano.
-Sul divano...
-Mi sono addormentata sul divano. E lui era con me.
-E quindi?
-Quindi non capisco dove tu voglia arrivare Benny.
Benny alzò gli occhi al cielo sospirando.
Si avvicinò alla zia, e fece segno anche a lei di avvicinarsi. Non voleva farsi sentire da Tommy.
-Credo che il piccoletto abbia un po' troppe aspettative su di te.
-Su di me?
-Esatto.
Camilla accavallò le gambe e si mise più comoda sul divano. La nipote prese esempio dalla zia e fece altrettanto.
-Non so, lui vuole un fratellino.
-Ah...
-così mi sono chiesta...perché non accontentarlo? Potrebbe essere un bel regalo per natale o per il suo compleanno...non trovi?
-Non so se Eva sarebbe altrettanto d'accordo.
-dici?
-Gaetano forse sì...ma lei penso proprio di no.
-E se Eva la lasciassimo da parte?
Camilla non capì il senso della domanda, forse troppo stanca per ragionare.
-Vabbè, pensaci su zia.
Camilla annuì. Non si parlarono per quindici minuti buoni. Solo il rumore di Potti che mangiava,sembrava animare l'appartamento.
-Mi spieghi una cosa Benny?
-Dimmi tutto zietta.
-Ma come fai ad avere il mio cognome da nubile?
-In che senso?
-Tu fai Baudino di cognome. Mio padre faceva di cognome così...e
-Ah, sì...ho capito dove vuoi arrivare. Ti chiedi come faccio ad avere il tuo stesso cognome, se è stata Andreina a...
Camilla annuì con un mezzo sorriso quasi imbarazzato.
-Beh, sai che è una bella domanda. Nonna non ha mai fornito molti dettagli , né tantomeno spiegazioni. E nemmeno mamma mi ha mai spiegato il perché. Beh , a dire il vero la mamma non mi ha mai spiegato molte cose... ma quello è un altro discorso.
-Un'altro discorso? Che tipo di discorso?
-Ma è una storia lunga Camilla. Non credo che tu abbia voglia di sentire queste storie a notte così inoltrata. Domani hai scuola, e io ho...
Era una scusa. Camilla glielo lesse in faccia. lo vide riflesso in quegli occhi scuri e sinceri.
Benny cambiò subito argomento.
-Quindi Livietta è figlia di Renzo?
-Sì, è nata molto tempo fa. Ormai ha quasi diciotto anni.
-Beh, Andreina una volta mi fatto vedere alcune sue fotografie. perdonami se te lo dico, ma spero che abbia preso il tuo carattere, perché fisicamente, o almeno di viso assomiglia molto di più a Renzo.
Camilla sorrise.
-Beh, Livietta ha un carattere tutto suo. Forse anche a causa mia e di mio marito.
-Perché?
-Il nostro matrimonio non è stato proprio una passeggiata.
-Ah...quindi è per la questione del "Fedifrago".
Non c'è che dire, Andreina ha istruito proprio bene tua nipote. Sembra di sentire lei parlare.-Non è un fedifrago...è solo...
-Un mostro. Quale uomo lascerebbe la propria donna per poi tornare a casino combinato?
Ecco appunto. L'ennesima confermaCamilla deglutì mettendosi meglio sul divano. Benny era accovacciata, e giocherellava con i suoi anelli d'argento.
-Ma tu ora stai con il commissario?
Arrossì.
-Dire che stiamo insieme mi sembra una parola esagerata...
-Non credo che lui la pensi allo stesso modo. Tiene alcune fotografie di te davvero niente male.
Il rossore aumentò ancora di più.
-Diciamo che ci stiamo dando una possibilità.
-Dopo dieci anni di preliminari? Guarda che Greg mi ha raccontato un po' di cose...e pure tua madre.
- Non è semplice come sembra. Io non sono più una donzelletta trent'enne aitante e vispa , e nemmeno lui. E poi adesso con Tommy, voglio andarci cauta.
-Ma Tommy mica è figlio tuo. E poi guarda che a lui faresti un grande piacere se ti mettessi davvero insieme con quel poliziotto.
-Benny, le cose non sono sempre così semplici , sai?
-Ma da quanto state insieme?
-Forse una giornata. Oggi è il secondo giorno.
-Oh cacchio!
Benny scese dal divano, e prese la sua borsa. Tornò con il portafoglio in mano.
le porse una fotografia leggermente ingiallita.
-Guarda, osservala bene.
Camilla prese la fotografia tra le mani, e per qualche secondo ci si identificò.
Vi erano due donne lì, impresse nella carta.
Una sicuramente era Benny, quando ancora era una bambina, e l'altra era una donna giovane, bionda, riccioluta e che portava gli stessi suoi lineamenti.
Sua sorella.
Erano due gocce d'acqua.
Dietro alla fotografia, una scritta ancora leggibile.
Benny e Mia.Quindi la tua sorellina di chiamava Mia. Lasciamelo dire Camilla, ma se non fosse stata per la capigliatura...potevate scambiarvi a giorni alterni che nessuno avrebbe sospettato nulla.-Quella è la tua mamma?
Benny annuì.
Inutile dirlo. Siete delle gocce d'acqua.Camilla sospirò.
Le risposte vaghe di Benny non le bastavano. Lei doveva assolutamente saperne di più. Voleva conoscere i retroscena di cui non aveva mai sospettato in tutti quegli anni.
-Ma perché mia madre non mi ha mai detto nulla in tutti questi anni?
-Forse perché aveva paura.
-Ma..io avrei accettato mia sorella.
-Non saprei zia. A parole siam tutti bravi...poi
Camilla abbassò lo sguardo.
I suoi occhi si fecero vitrei.
-Avevo sempre desiderato una sorella, qualcuno con cui parlare, sfogarmi. Pensare che ne avevo una , ma che viveva a chilometri di distanza...
-Non è colpa tua. Cami, probabilmente le cose dovevano andare così. E poi mia madre non aveva un carattere facile, sai?
-In che senso?
-Beh, era una donna ligia al dovere e alla giustizia. Ha fatto solo l'errore di essersi innamorata della persona sbagliata, al momento sbagliato.
Chissà perché, ma mi ricorda qualcuno...-Ti riferisci al marito di tua madre?
-No, mi riferisco a mio padre.
Ci fu un minuto di silenzio.
-Mia madre si innamorò perdutamente di un uomo. Il suo matrimonio prima di allora andava a gonfie vele, per quanto ne sappia io. Poi... un giorno, dopo mesi ed anni che i due si frequentavano. ..è successo. E sono nata io.
-E tuo padre?
-Mia madre quando apprese la notizia della sua gravidanza capì l'errore madonnale che aveva commesso. E così ne parlò con mio padre. E poi...lui è andato via, dopo che io nacqui.
-Dove andò?
-A Praga, credo... ma non ricordo.
Praga...fuggire via...Non ti ricordano proprio niente Camilla? Mi sa che è prerogativa delle Baudino questo vizio...di famiglia-E il marito...insomma...il tuo patrigno?
-Per un periodo di tempo, fino a quando non ebbi cinque anni, le cose andavano bene. Mia madre era riuscita a convincerlo che io fossi frutto del loro amore... Ma poi lui scoprì tutto, e ci lasciò.
Un groppo in gola, e una stretta allo stomaco.
Non che tu ci sia andata tanto lontana in questi anni Camilla, hai solo avuto un po' più di buon senso...-Così quando mio padre se ne andò, mamma decise di trasferirsi con me in Australia. Prima di allora abitavamo in Spagna, a Barcellona.
Pure loro! E mai una volte che li avessimo incontrati!- Mia sorella ti ha mai detto nulla su tuo padre?
-Cose vaghe. Diceva che io ero il perfetto connubio di caratteri ereditari.
-E non sai nemmeno il nome di tuo padre?
-No. Mamma è sempre stata molto riservata su questo. però mi raccontava di quello che faceva con lui. Di come si sentiva bene in sua presenza... e di come lo avesse amato.
-Quindi Mia non l'ha mai più rivisto?
-Suppongo di no. Ma non posso esserne certa. Per un periodo di tempo , da più grande sono andata in vacanza un mese con una mia amica sulle Ande. Magari durante la mia assenza...qualcosa potrebbe anche essere successo.
Le due rimasero in silenzio qualche secondo osservandosi a vicenda.
-Anche a te è successa la stessa cosa?
-Cosa?
-Intendo dire, anche tu ti sei innamorata dell'uomo giusto al momento sbagliato?
- Io e Renzo abbiamo deciso di...
-Separarvi perché tu non lo amavi più da tempo. Perché i tuoi pensieri erano rivolti a qualchedun altro.
Inutile a dirlo. Benny sembrava aver letto nella mente della prof.
Erano ancora lì intente a chiacchierare, quando Tommy arrivò in sala, facendo così terminare la conversazione tra le due in modo brusco.
-Tommy.
-Hei piccoletto!
-Camilla, finalmente sei arrivata.
-Cosa è successo?
chiese la donna preoccupata, prendendosi il bambino in braccio, e accarezzandogli la testa.
-Ho fatto un brutto sogno.
-Tommy io...
Benny abbassò lo sguardo e si schiarì la voce.
-Tommy, io ti ridò la buonanotte e vado a dormire. Notte anche a te Camilla.
-Scusa ma dove dormirai?
-Ho un sacco a pelo. Stai tranquilla, non è ingombrante e non sporco da nessuna parte.
-Ma no! Non se ne parla. Che ne dici se questa sera prendi la camera di Livietta? Poi domani ci sistemiamo meglio, ma...non voglio che tu utilizzi questi metodi così spartani.
-E il piccolo?
Il bambino si strinse come un Koala alla prof.
-Posso dormire con te Milla?
Camilla si trovò leggermente spiazzata. poi un sorriso comparve sul suo volto.
-Ma certo tesoro. Che ne dici se vai di là e mi aspetti?
IL bimbo un po' assonnato e ciondolante si diresse in camera della sua diletta.
-Camilla, ma dov'è Gaetano? credevo che il marmocchietto prima o poi se lo venisse a riprendere.
-Gaetano è uscito. Torre l'ha chiamato per le indagini. Non poteva aspettare domattina.
-Torre?
-Il suo collega.
-Ah... vabbè. Allora notte.
-Notte.
Camilla aprì la porta di camera, e lo spettacolo che vide, le rinfrancò il cuore, portandola lontana negli anni, quando Livietta era ancora una bella bimba di quattro cinque anni, e cercava sicurezza tra le lenzuola del suo lettone , nelle notti con il temporale.
Mamma, quasi per la seconda volta. Ecco come la faceva sentire Tommy.
Intanto al Grand'Hotel, la macchina della polizia era ferma fuori, con il lampeggiante acceso.
Torre si trovava lì con Lucianona quasi in contemplazione della salma.
Un volto a loro già noto.
Marco Righi.
Un colpo al livello del cuore, ecco che cosa lo aveva ucciso. Una pistola, calibro 45. Silenziatore automatico. Nessuno aveva visto niente.
Accanto ai due poliziotti una ragazza dal soprabito nero carbone e un ragazzo occhialuto.
Livietta e Greg.
Il vicequestore arrivò presto insieme ad un altro agente.
Torre avanzò a passi spediti.
-Dottò, c'è stato un guaio.
-Eh Torre, noto!
-Eh, ma dottò, a visto?
-Ho visto. Ho notato che ci sono pure Livietta e Greg. Ma che ci fanno loro qui?
Torre rimase in silenzio cercando una scusa plausibile.
-Erano con me.
Gaetano si voltò.
-Carmen!-
-signora Rojas ma che ce fa lei qui?
-Ero venuta a prendere delle cose qui in albergo...e Livietta e Greg sarebbero rimasti a casa mia questa sera.
Ovviamente quella, sapeva di scusa, ma visto che non vi erano altre testimonianze, Gaetano decise di berla.
-Dottò, ma avete visto chi è il morto?
-Ho visto Torre, ho visto.
Era pensieroso.
La Lucianona fece segno trafelata di venire verso di lei, mentre ispezionava a prima vista il corpo.
-Dottore, se mi permettete...ma io avrei trovato qualcosa.
-Cosa?
La lucianona indicò la bocca semi aperta dell'uomo.
Una posizione innnaturale.
Doveva esserci un perché.
Gaetano armatosi di guanti in lattice aprì la bocca dell'uomo morto.
Quello che trovò, gli fece parecchio schifo.
Una larva. Una larva di farfalla.
Il bozzolo non era ancora completo, e attaccato allo strato sottile di filo, si trovava attaccato un bigliettino.
Porta i miei saluti a Camilla. Ci vediamo presto
xxxxE adesso? Che cosa c'entrava Camilla? Che cosa stava succedendo? Chi era xxxx?