I personaggi sono dei rispettivi autori.
3 Capitolo – Chiarimenti: primo round.
Arrivano tutti sotto casa contemporaneamente. Gaetano prima di avviarsi verso il suo palazzo le invia un messaggio dicendo che avrebbe aspettato sue notizie dopo cena. Lui e Tommy giocano un po’, cenano tranquillamente, e poi il piccolo va a nanna. Gaetano invece, non riesce proprio a rilassarsi nonostante la stanchezza accumulata. Ogni tanto si affaccia fuori dalla finestra, e tutto sembra tranquillo al di là del cortile. Almeno per ora.
La cena in famiglia pare trascorrere serenamente. Andreina, Livietta e Greg chiacchierano sui probabili sbocchi dopo il liceo e di conseguenza su eventuali trasferimenti per frequentare l’università. Livietta è ancora indecisa su che strada prendere, ha due o tre alternative che sta valutando, ma c’è ancora tempo. Stessa cosa per Greg. Andreina da super nonna qual è, è disposta ad accoglierli entrambi a Roma, semmai decidessero di trasferirsi nella capitale.
Camilla e Renzo, invece, a parte qualche commento sul lavoro e scadenze varie, non parlano molto. Sono immersi nei loro pensieri, distanti l’uno dall’altro.
Dopo cena.
Andreina, constatata la situazione emotiva di figlia e nipote, decide di rimanere con loro per un paio di giorni almeno. E si stabilisce nella camera degli ospiti. Livietta e Greg scendono sotto casa, per respirare un po’ dopo tutto quello che è accaduto. Mentre Camilla si siede sul divano, Renzo finisce di sistemare la cucina.
“Grazie Renzo… per la cena… e… per essere rientrato. Immagino che con tutte quelle scadenze non sia stato facile rientrare così all’improvviso” con tono riconoscente ed affettuoso.
“Tranquilla. L’importante è che tu sia a casa sana e salva… senti… ti dovrei parlare di una cosa…” confessa mentre finita la cucina si avvia verso il divano.
“…” prende fiato Camilla. Sa che c’è qualcosa che non va nel tono di voce di Renzo, e spera di poterlo affrontare con tranquillità.
“Cami… Lo so che il lavoro, mi sta portando molto tempo lontano da voi, da qui, ma tu sai che se questi progetti vanno in porto nel verso giusto, si aprirà per me, per il mio studio e per noi, un nuovo giro di progetti, progetti importanti dal punto di vista sociale, ecosostenibile e naturalmente economico. Quello che ho sempre sperato di fare…”
“Si lo so…” immagina già dove vuole andare a parare.
“Eh… Cami… Non so come dirtelo… Ma dobbiamo trasferirci… a Londra! È li la sede centrale di tutto!” ecco l’ha detto. E adesso? È come aspettare il verdetto finale di una giuria.
“Dobbiamo trasferirci?!..No Renzo! Né io né Livietta ci trasferiremo! Non puoi pensare di stravolgere le nostre vite ancora una volta!” risponde con tono fermo e deciso. Ha immaginato bene!
“Come no? E come pensi che faremo ad andare avanti? Io sono stanco di fare su e giù..di passare poco tempo con Livietta e con te.” Sa bene perché non vuole partire, potrebbe ancora attendere in realtà questo trasferimento, ma visto gli ultimi sviluppi della mattina, vuole sentire le vere ragioni da lei.
“…” silenzio totale. È arrivato il momento di dire tutto. Si guardano. Nonostante non sia ancora in piena forma, deve affrontarlo. È giusto. Deve e vuole essere sincera.
“Renzo… sono stanca anche io… stanca di tutto… di portare avanti qualcosa che si è rotto tempo fa…” l’emozione le blocca le parole.
“Cami… che vuoi dire?!...” si surriscalda un po’ il tono.
“Voglio dire che… è finita Renzo! Ci abbiamo provato a ricostruire, ad andare avanti nonostante tutto e tutti, ma, non è così che si sta insieme… non è così che sono felice…” provando ancora a rimanere calma.
“E’ lui ti rende felice vero?!” sbotta non potendo più far finta di non aver capito.
“Perché devi sempre mettere in mezzo Gaetano?” la costringe ad alzare il tono della voce.
“Da quanto tempo va avanti con lui, eh? Col fatto che sono sempre in viaggio per lavoro, quante volte ti sei andata a rifugiare tra le sue braccia? Abbi il coraggio di ammetterlo! Lo so che stanotte lui è stato con te in ospedale, non negarlo!” il tono ha superato qualsiasi decibel. Andreina non ha nemmeno bisogno di uscire dalla camera per ascoltare. Si sente tutto benissimo.
“Tu dov’eri invece?” con tono amareggiato per le accuse ricevute.
“Non rigirare la frittata! Non rigirare su di me le colpe! Quando ci siamo trasferiti e ce lo ritrovammo come vicino ti dissi subito di cambiare città o quantomeno residence, ma tu non hai voluto. E perché? Perché non vedevi l’ora di farti corteggiare nuovamente dal poliziotto-superpiù, di occuparti più di faccende altrui che di noi, della tua famiglia, ormai troppo monotona per te! Mi dicesti che avevi scelto di stare nella famiglia dove c’ero anche io. Ma evidentemente non ti bastavo più già un anno fa.. fino all’ultima litigata avuta per la tua mancanza di fiducia nei miei confronti, dopo il viaggio a Parigi con Carmen, mi dicesti di essere innamorata pazza di me, testuali parole, ed io ti ho sempre creduta. Pensavo di essere io a vedere oltre nella relazione tra voi due, visto che hai sempre affermato che lui è solo un amico per te e basta… ed invece…. era tutta una balla vero?! Lo vedo come vi guardate, la complicità che c’è tra voi, quella che da tempo manca tra noi. Perché Camilla? … Come abbiamo fatto ad arrivare a questo punto? … Cosa non sono stato in grado di darti io?” Renzo svuota tutto d’un fiato ciò che da tanto tempo covava. In un decrescendo di rabbia a rancore, passa inconsciamente a chiedersi dov’è che ha sbagliato lui, per non riuscire più a farsi amare dalla donna che ha sposato, che ha amato in questi vent’anni, che nonostante tutto continua ad amare.
Camilla, che ha ascoltato tutto senza provare a replicare, sa benissimo che gran parte di ciò che Renzo ha detto è vero. Sono parecchi anni che un frammento del suo cuore non palpita più per lui ma per Gaetano. La lontananza tra i due ha sempre messo in stand-by questi sentimenti. Ma poi… ritrovarsi così a Torino, per uno scherzo del destino, con nuove regole da un lato e un patto di solidarietà amorosa dall’altro, entrambi da rispettare. E nonostante gli sforzi fatti, i treni persi, le parole dette e non dette, non è riuscita più a combattere contro il muro più alto e più duro… contro sé stessa e i suoi sentimenti. Quel frammento iniziale ha messo radici profonde nel suo cuore, diramandosi sempre più e alla fine ha ceduto. E si resa libera. Felice. Piena di vita. Piena di quelle emozioni che le mancavano, e che non attribuisce alle sole mancanze di Renzo, ci mancherebbe. Lo sa bene che in una coppia la colpa è sempre di entrambi. Ma adesso, che finalmente ha una nuova occasione di felicità, l’occasione a lungo desiderata, non vuole più tornare sui suoi passi. Vuole darsi questa possibilità. Vuole provarci e non avere più rimpianti.
“Renzo…” riesce a dire solo questo e scoppia in lacrime. Tante emozioni, troppe forse, tutte insieme.
“…” non replica lui, le lascia il tempo di riprendersi. Pretende una risposta sincera.
Dopo qualche secondo, Camilla riprende fiato e cerca di chiarire la situazione “...non ho mai mentito quando dicevo di amarti. Mai! Gaetano è sempre stato un amico per me. E’ vero, lui ha sempre provato di più per me, ma non ho mai ceduto. Ci siete sempre stati tu e Livietta per me in primo piano, sempre!... solo in questi ultimi mesi, ho capito di più… ho capito che a te voglio un bene dell’anima, sei e sarai sempre il padre di Livietta, l’uomo con cui ho condiviso gran parte della mia vita, ma… non ti amo più…” abbassa lo sguardo, non è facile ammettere ad alta voce e all’uomo con cui hai passato vent’anni insieme che non c’è più amore. “…Avrei comunque affrontato con te questo discorso non appena tu fossi rientrato la prossima settimana...”
“Non mi ami più… Non mi ami più…” quasi a farle eco. “… e avresti aspettato fino alla prossima settimana per parlarmi ma nel frattempo però, te la saresti spassata con lui alle mie spalle vero?! … io… io… come sei cambiata Camilla. Come ti ha cambiato Camilla...” Non riesce ancora a crederci.
Camilla sorvolando di proposito sulle accuse ricevute “Voglio solo darmi un’altra occasione. E Gaetano è la mia occasione di felicità… Non c’è stato nulla tra noi te lo ripeto. Renzo… vorrei solo che noi…”
“Che noi cosa Camilla? Restassimo buoni amici? È così che si dice no? E magari pretendi pure che continui ad avere modi di fare di buon vicinato col tuo amato commissario?” interrompe Renzo sarcastico e carico di incredulità.
“Vorrei che tra noi ci fosse un rapporto civile, come qualche anno fa. Come feci io nei confronti tuoi e di Carmen. E quindi specialmente con Gaetano, non voglio liti, se hai qualcosa di cui discutere è con me che devi farlo, non con lui!” con tono più fermo e quasi apparentemente calmo.
“…assurdo quello che devo sentire…”. Renzo guarda Camilla sconvolto, non pensava che potesse arrivare a tanto. Aveva intuito che c’era bisogno di un cambiamento in famiglia. Ma pensava che col trasferimento a Londra, si potessero risolvere parte di problemi. Poi una volta giunti nella nuova città, lontano da poliziotti e indagini, piano piano si sarebbero riavvicinati. Ed invece… il caos. “Sei… sicura? Davvero sicura di questo?” chiede con occhi lucidi.
“…si Renzo…” stavolta con lo sguardo fisso su di lui, proprio per fargli capire la sua necessità e la sua convinzione.
Quegli occhi che prima erano carichi di rabbia e incredulità adesso si riempiono di tristezza, di un senso di sconfitta, “…Se è questo che vuoi… spero sia la scelta giusta per te… cercherò di avere con te lo stesso rapporto che tu all’epoca avesti con me… ma con lui no… non puoi chiedermelo… sono dieci anni che lo sopporto e adesso sono proprio arrivato al limite… non ci riesco proprio!” aumentando il tono nuovamente.
“Renzo per carità. Niente scenate!” cerca di calmarlo, di farlo ragionare.
“Tranquilla Camilla… un discorsetto faccia a faccia dopo tutto sto tempo ci vuole non ti pare?” domanda retorica “Ma non stasera, sono stanco, davvero stanco… ho le chiavi dell’appartamento di Carmen, me ne vado a dormire li, visto che di là c’è tua madre….” Sembra aver terminato tutte le parole a sua disposizione. Dopo certe ammissioni, non c’è più nulla che lui possa fare. Se non bastano vent’anni di vita condivisa a far cambiare idea, non ci sono parole o fatti che possano far fare retro front. “…ah… a Livietta vorrei che parlassimo insieme, come abbiamo sempre fatto! O lei sa già tutto?” chiede con un tono e un viso di chi ormai si aspetta di tutto e di più.
“…Livietta…no, non sa nulla… domani le parleremo.” Mente, sa di mentire, ma non vuole che possa nascere qualche discussione anche fra loro. Parlerà con Livietta, chiedendole di far finta di non sapere. Sa di poter contare su di lei. In fondo è grazie a lei se ha preso in mano la sua vita. Capirà anche stavolta.
“Ok… prendo due cose di là in camera e vado giù… domani porterò via il resto…” si dirige verso la loro camera, poi si volta verso lei “…c’è… c’è qualcosa che posso fare per te? Capisco che non sei proprio in ottima forma…” in fondo è sempre lì per lei. I suoi sentimenti non sono cambiati.
Camilla stenta un lieve sorriso. Spera solo che questo suo atteggiamento non sia la quiete prima della tempesta. Vuole fidarsi. “No, grazie… ora vado a letto anche io. “ con tono affettuoso.
“Ok..” non riesce a ricambiare il sorriso lui. Non dopo tutto questo. Si dirige in camera, prende il necessario per la notte e si avvia verso la porta d’ingresso. “Allora… io vado… buona notte…” i loro sguardi si incontrano come a suggellare un nuovo patto tra loro.
“Grazie… buona notte anche a te…”.
Renzo esce di casa, chiudendosi la porta alle spalle. E non solo. Esce chiudendo definitivamente la porta ad una parte della sua vita.
Nell’appartamento di fronte intanto c’è chi aspetta impaziente qualche notizia.
Squilla il telefono. È un messaggio di Camilla: “Ho parlato con Renzo... Ho bisogno di te…”
Lui la chiama “Ehi, Camilla… ho messo Tommy a letto, te la senti di venire qui? O chiamo il portiere a tenerlo d’occhio?”
“Tranquillo, un paio di minuti e sono da te…”
Camilla si dà una rinfrescata, toglie come può i residui del recente pianto, passa dalla camera degli ospiti dove è certa di trovare la madre ancora lì, vigile e pronta a replicare su quanto sentito ed invece si sente solo dire “Vai tesoro… Sii felice… il resto si risolverà… buona notte”. Un sorriso ed un abbraccio tra le due donne e scende giù in cortile.
“Livietta, tesoro, vado un attimo da Gaetano… tu non fare tardi… Buona notte Greg!” facendo l’occhiolino ad entrambi.
“Buona notte, signora” risponde Greg.
“Mamma… e con papà?” chiede un po’ preoccupata.
“Ne parliamo domani… tranquilla tesoro…” le sorride cercando di rassicurarla.
“Ok!” si alza, l’abbraccia delicatamente e ricambia l’occhiolino “Buona notte… tra un paio di minuti salgo a casa… ah! saluta Gaetano!” con un sorriso complice.
“Grazie tesoro…” e si avvia verso casa del commissario.
Lui è già sul pianerottolo ad attenderla, con in mano due bicchieri di vermouth, ne hanno bisogno entrambi.
Si apre la porta dell’ascensore, Camilla esce ed appena incrocia i suoi occhi, il suo viso si illumina nuovamente. “Gaetano…”
“Professoressa… ti stavo aspettando…” si avvicina le porge il bicchiere e la bacia.
Entrano in casa, e si avviano in salotto. Si siedono sul divano, abbracciati, accoccolati l’uno all’altra, e tra un sorso di vermouth e l’altro, Camilla racconta il dialogo avuto con Renzo soffermandosi sul fatto che di sicuro, domani vorrà parlare con lui, ma di certo non come un buon vicino. Spera che tra i due non nasca una lite furiosa o comunque non si arrivi alle mani, sa che Renzo è fisicamente meno allenato di Gaetano. Vorrebbe essere presente all’incontro, ma sa che peggiorerebbe la situazione ad entrambi, per cui resterà in attesa di saperne di più. Prega Gaetano di mantenere quanta più calma possibile, su qualsiasi accusa Renzo possa far a lui direttamente e a lei indirettamente.
“Te lo prometto, amore. Stai tranquilla. So come comportarmi… Ma adesso…” cambiando tono ed espressione.
“Adesso?”
“…Professoressa, devo ancora mantenere una promessa… non ricordi?” guardandola dritta negli occhi e facendole salire un brivido lungo la schiena.
“Una promessa? Non ricordo…” adesso è lei che prova a resistere.
“Ah! Non ricordi… Vediamo se così ti ritorna qualcosa in mente…” togliendole il bicchiere dalle mani e posandolo insieme al suo sul tavolo. La guarda. Si avvicina lentamente a lei. Ed inizia con una scia di leggeri baci dall’incavo della spalla, salendo su per il collo, fino ad arrivare alle labbra. E qui parte in quarta. Il bacio diventa subito intenso, passionale, rappresentativo del suo bisogno di amore. Ma non vuole solo il suo corpo, vuole anche la sua anima. Vuole lei. E lei vuole lui. E’ evidente. Non può più nasconderlo. Le mani iniziano ad esplorare, a cercarsi, lui sta per distendersi su di lei ma quel cambio di posizione blocca Camilla. Si ferma. Lo ferma. Le manca l’aria.
“Amore!?” impallidendo e dandosi mentalmente dell'idiota per non aver fatto attenzione.
“…” non riesce a rispondere a causa del dolore.
“Cami… Vieni stenditi meglio…” la aiuta a distendersi meglio.
“…ora passa… mi sa che la tua promessa… deve attendere… non posso ancora muovermi… come vorrei…” riprendendo fiato e colore in viso.
“Non mi importa della promessa! Come ti senti?! Ti prendo un po’ d’acqua aspetta…” va per alzarsi ma lei lo trattiene.
“No, tranquillo… E’ tutto ok!” con tono rassicurante. “Sono ancora troppo indolenzita. Non pensavo che la botta avesse provocato tanto danno… Mi… mi dispiace… per te… per noi…”
“Professoressa, avremo tempo per recuperare… e poi sconterai anche questa occasione mancata!” prova a sdrammatizzare.
“E’ una sorta di punizione?” si inizia a sentire meglio e prova a stare al suo gioco.
“Si… una dolce punizione…” le da un lieve bacio sulle labbra.
“Uhm… Saprò farmi perdonare allora…” sorride e lui capisce che va meglio.
“Non vedo l’ora! Non vedo l’ora!” E’ felice finalmente. E’ sereno. Quella serenità che da tempo, troppo tempo, gli mancava. E che in fondo da quando aveva conosciuto lei non aveva più avuto.
“…Vorrei… vorrei che tu dormissi qui stanotte, con me…” guardandola negli occhi con tutto l’amore di cui è capace “Così posso tenerti d’occhio… Farò il bravo, giuro!” con una mano sul cuore in segno di promessa.
Rimane per una frazione di secondo in silenzio. Non si aspettava una richiesta simile. “…è quello che voglio anche io…” con un dolce sorriso che le illumina il volto.
Gaetano la conduce in camera, l’aiuta a spogliarsi, le porge una sua t-shirt da usare al posto del pigiama e rimane a guardarla in silenzio. Non può ancora credere ai suoi occhi. E lei si sente amata come forse mai nella sua vita. Lui indossa solo un paio di pantaloncini. Si distendono sul letto. Si abbracciano, e lei poggia la testa sul suo petto, trovando una posizione idonea per non sentire dolore. In sottofondo solo il rumore dei loro cuori. E lasciandosi cullare da quel ritmo, si addormentano.
E mentre loro sono immersi nei sogni, una piccola peste li guarda, li studia e nel buio sorride.
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Fine del terzo capitolo.
Una prima fase di chiarimenti si è svolta e spero sia piaciuta.
Quello che più preoccupa è l'incontro Renzo-Gaetano...Avranno bisogno di un aiuto esterno per chiarirsi o ce la faranno da soli, grandi e grossi come sono?
chissà... ho già in mente un paio di battute interessanti...
Attendo sempre con piacere i vostri commenti e revisioni.
Buona lettura.