Provaci Ancora Prof Forum ☆

Ribaltando ogni certezza, per scaramanzia, il mio finale della quinta serie

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Soul of Paper
view post Posted on 15/10/2013, 14:14 by: Soul of Paper     +1   -1




Grazie davvero valy, sei gentilissima, mi fai arrossire :)

Ed ecco la terza e ultima parte di questo primo e lunghissimo capitolo. Spero che vi piaccia come le prime due, anche se... Beh, vi lascio alla lettura ;)



Capitolo 1 "Shelter from the storm" (part three of three)


“Ma bene, complimenti!”

Una voce nell’oscurità le fa fare un balzo dallo spavento e dalla sorpresa. Improvvisamente la luce si accende e si trova davanti Renzo e, se gli sguardi potessero uccidere, lei sarebbe già morta.

“Adesso non hai nemmeno il buon gusto di aspettare che sia giorno per correre ‘dalla polizia’, Camilla?” chiede Renzo, tra il furioso e l’incredulo, “beh, certo, ora che la svedese è tornata in effetti sarà più complicato, più scomodo vedervi e allora… siamo arrivati agli appuntamenti notturni. Che romantico!”

“Renzo, per favore, abbassa la voce,” sospira Camilla, sentendo che il calore e la tranquillità che Gaetano le aveva regalato in queste due ore insieme si dissolvono ad ogni parola di suo marito, “stanno dormendo tutti, non è proprio il caso di fare una scenata.”

“Eh beh certo, era proprio su questo che contavi, no? Che dormissimo tutti! Immagina un po’ che sorpresa quando mi sveglio e scopro che non ci sei. Sono quasi due ore che ti aspetto, dicendomi che ci deve essere una spiegazione, ma invece è proprio come temevo, PEGGIO di quello che temevo!”

Camilla stringe i pugni: tutta la rabbia nei confronti di Renzo e Carmen che aveva contenuto a fatica rischia di esplodere all’improvviso e non vuole che Livietta o sua madre sentano questa “conversazione”. Senza rispondere si avvia a passo deciso verso la camera da letto. Renzo esita solo un attimo e poi la raggiunge ed è un miracolo che i suoi passi, che trasudano furia malcelata, non sveglino non solo gli altri membri della famiglia, ma pure gli inquilini del piano di sotto.

Camilla chiude la porta alle loro spalle e affronta Renzo, faccia a faccia.

“Non ti permetto di parlarmi con questo tono, Renzo: oltretutto non credo tu sia nella posizione per potermi fare alcuna recriminazione di questo tipo!”

“Cosa? COSA? Io non sarei nella posizione? Quindi cosa dovrei fare? Felicitarmi con te e con LUI per il vostro idillio amoroso?”

“Ma certo che hai un bel coraggio, Renzo, a farmi questa scenata, dopo che tu e Carmen-“

“E basta con questa storia di Carmen,” la interrompe Renzo furioso, “ok, ho sbagliato, ma abbiamo deciso di ricominciare. Cos’è, vuoi continuare a farmela pagare? E’ una vendetta, Camilla?”

“Bravo, continua a negare, a fare finta di non capire, hai una bella faccia tosta!” sbotta Camilla, senza potersi più contenere, “ti dicono niente le parole: PARIGI, STANZA MATRIMONIALE, OSTRICHE e CHAMPAGNE?”

“Cosa? Cosa? Camilla, non ci posso credere, hai frugato tra le mie carte? Siamo arrivati a questo punto noi due? Io-“

“Non ho frugato tra le tue carte Renzo, se ti interessa saperlo, l’ho trovata per terra qualche ora fa e non ho potuto fare finta di non vedere, non UN’ALTRA VOLTA!”

“E tu che cosa hai fatto? Invece di chiedermi spiegazioni, di fidarti di me, hai preferito correre a FARTI CONSOLARE dal nostro amato vicino, che chiaramente non aspettava altro immagino!”

“Sì, Gaetano mi ha consolata se ci tieni a saperlo, ma non come alludi tu, e non ti permetto di parlare di lui in questa maniera!”

“Ah, no, certo, ci mancherebbe, i miei ossequi al vicequestore: MA TI SEI VISTA CAMILLA? TI SEI VISTA ALLO SPECCHIO ALMENO?”

Camilla non può fare a meno di voltarsi a guardare il suo riflesso e spalancare gli occhi. Ha sbavature di trucco sul viso, i capelli che sembrano una selva indomabile, completamente arruffati dalle mani di Gaetano. E il suo maglione è tutto stropicciato. Un pensiero si fa largo nella sua mente, nonostante tutto: Gaetano è riuscito a dirmi tutte quelle cose, a trovarmi bella, anche mentre ero conciata così? E una risata sale spontanea dalla sua gola, senza che riesca a fermarla.

“Beata te che riesci a trovare questa situazione divertente, Camilla, perché io guarda un po’, proprio non ce la faccio!” esplode Renzo, “e il maglione di chi è, suo? Cos’è, nella foga ti si sono rovinati i vestiti e ha dovuto coprirti?”

“E anche se fosse? E anche se fossi andata a letto con lui, mi spieghi tu con che coraggio potresti rinfacciarmelo? IL BUE CHE DICE CORNUTO ALL’ASINO!” urla Camilla, togliendosi il maglione e buttandolo sul letto, senza ormai più freni inibitori.

“Non meriti nemmeno una spiegazione Renzo, nemmeno una, ma non ci sto a passare IO per la colpevole, non ci sto a renderti il lavoro facile, a ripulirti la coscienza. Gaetano mi ha consolata mentre piangevo PER COLPA TUA, mentre mi disperavo per quanto fossi stata CRETINA a fidarmi ancora di te e di lei, dopo tutto quello che era successo in precedenza. E la sai una cosa? Non c’è stato niente tra di noi, ma non perché IO non lo volessi, ma perché mi ha fermata LUI, sapendo che non ero lucida stasera, perché LUI sì che mi RISPETTA, a differenza tua, che non hai nemmeno il coraggio, LE PALLE, di dirmi in faccia che cosa è successo a Parigi!”

“Se è così che la pensi, Camilla, credo che non abbiamo più niente da dirci,” esclama Renzo, scuotendo la testa e guardandola come se non la riconoscesse più, “vado a dormire in studio!”

E detto questo, prende il suo cuscino e se ne va, sbattendo la porta.

Camilla crolla sul letto, mentre le lacrime ricominciano a scorrere. Spera che né sua madre né soprattutto Livietta abbiano sentito nulla, ma sa che è difficile che sia così. Tra i singhiozzi cerca di mettersi sotto le coperte, quando vede il maglione di Gaetano, appallottolato in un angolo del letto. Lo prende in mano e riesce ad avvertire il suo profumo: senza pensare lo indossa nuovamente, venendo avvolta dal tepore e dalla fragranza che le danno uno strano senso di pace. Tanto che il sonno, inaspettatamente, non tarda ad arrivare.
 
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